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In Canada Trudeau verso un governo di minoranza

Trudeau vince le elezioni in Canada ma perde la maggioranza assoluta
Keystone / Sean Kilpatrick

Il premier liberale Justin Trudeau vince la sfida nelle tesissime elezioni canadesi contro i conservatori di Andrew Scheer, ma perde la maggioranza assoluta. Sarà quindi costretto ad un più precario governo di minoranza, probabilmente con l'appoggio esterno del New Democratic Party (Ndp).

Il suo partito, secondo le proiezioni della tv pubblica canadese Cbc, conquista 156 dei 338 seggi della House of Commons, sotto quindi la soglia dei 170 deputati necessari per governare da solo. 

Il premier perde ben 28 deputati rispetto al 2015, facendo pagare al partito il prezzo dei recenti scandali che lo hanno coinvolto, dalla pressioni per salvare il colosso canadese Snc-Lavalin in un’inchiesta per corruzione sino alle vecchie immagini caricaturali che lo ritraggono con la faccia dipinta di nero. 

Un arretramento confermato anche dal voto popolare, sceso dal 39,5% di quattro anni fa al 33%, dietro ai conservatori (34,4%). Questi ultimi hanno fatto senza dubbio un balzo in avanti, strappando 121 seggi contro i 97 delle precedenti elezioni (+24). Ma non sono riusciti nell’impresa di mettere fine all’offuscata carriera di Trudeau, che negli ultimi giorni di campagna ha recuperato terreno facendo in qualche modo un miracolo.

Successo per i separatisti 

La sorpresa delle urne è stato il Bloc Quebecois di Yves-Francois Blanchet, il partito separatista che si è presentato solo nel francofono Quebec, dove ha più che triplicato il numero dei seggi, da 10 a 32, diventando il terzo partito a livello federale. Non è escluso che possa giocare un ruolo nel futuro governo. I Verdi confermano i loro tre seggi, senza sfondare nonostante la grande attenzione dei canadesi per clima e ambiente.

Secondo alcuni esperti, i canadesi hanno scelto ancora Trudeau pensando che fosse l’opzione “meno peggiore” di fronte a uno scialbo leader conservatore non in sintonia con gran parte del Paese sulle questioni sociali, dall’aborto alle nozze gay sino all’immigrazione.

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