Diga di Kakhovka, Kiev e Mosca si accusano a vicenda
La diga di Kakhovka, che russi e ucraini si sono accusati per mesi di voler abbattere, è saltata in aria e l'acqua contenuta in un bacino lungo 240 chilometri che separa le forze dei due schieramenti ha cominciato a riversarsi a valle inondando decine di villaggi. Kiev ha accusato la Russia, che controlla la centrale elettrica sulla diga, di avere compiuto l'attacco con lo scopo di fermare la controffensiva ucraina. Mosca nega e imputa l'azione a Kiev.
Mentre il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha affermato che si tratta di "un'altra devastante conseguenza dell'invasione russa" ma ha ammesso di non avere "informazioni indipendenti" per poter identificare il colpevole. Così come hanno fatto gli Usa, che per bocca del portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby hanno fatto sapere di non poter attribuire in via definitiva la responsabilità delle esplosioni, che avrebbero causato "numerosi morti".
Kiev comunque ha subito chiesto, e ottenuto, una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "Questo è solo un singolo atto di terrorismo russo, ora la Russia è colpevole di brutale ecocidio", ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "il mondo deve reagire" e "la Russia deve lasciare la terra ucraina".
La stessa accusa di "terrorismo" è stata rivolta all'Ucraina dal ministero degli Esteri russo, che ha chiesto alla comunità internazionale di "condannare l'atto criminale" di Kiev, affermando che il sabotaggio fa parte del piano delle autorità ucraine per la controffensiva da tempo annunciata.
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