La progressione annua è stata particolarmente dinamica nella ristorazione (+6,8%), grazie alla ripresa dopo le restrizioni causate dalla pandemia.
Keystone / Martin Ruetschi
Continua a crescere in Svizzera l’occupazione: nell’ultimo anno sono stati creati 116'000 nuovi posti di lavoro.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
L’occupazione cresce a ritmi elevati nella Confederazione: nel primo trimestre i posti di lavoro si sono attestati a 5,4 milioni (su una popolazione di 8,7 milioni di abitanti), con un aumento dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,2% su base annua.
Sull’arco di dodici mesi, come detto, sono stati creati quasi 116’000 impieghi supplementari. Sono dati pubblicati venerdì dall’Ufficio federale di statistica. La crescita ha interessato sia il settore secondario (+2,1%, +23’000 posti di lavoro) sia il terziario (+2,2%, +93’000).
La progressione annua è generale e ha interessato tutti i rami economici ma è stata particolarmente dinamica nei servizi di alloggio e di ristorazione (+6,8%), grazie alla ripresa dopo le restrizioni causate dalla pandemia. Incrementi sostenuti sono stati osservati anche nei segmenti trasporti e comunicazioni (+4,2%), insegnamento (+2,8), nonché salute e affari sociali (+2,7%).
Zurigo resta la regione più dinamica. A livello regionale mostra infatti l’aumento maggiore, pari al 3,2%, mentre quello minore è stato registrato in Ticino (+1,3%, 241’000 posti di lavoro con una popolazione di 353’000 abitanti).
L’Ufficio federale di statistica ha pure effettuato un sondaggio sull’evoluzione futura dell’impiego. Il 15,2% delle imprese (intese non come numero, bensì come quota dell’occupazione totale) prevede di ampliare gli effettivi, il 3,6% di ridurre l’organico e il rimanente non si aspetta cambiamenti.
Per quanto riguarda la difficoltà di arruolare nuovo personale, la quota delle aziende che afferma di aver reperito lavoratori qualificati solo con difficoltà o di non averlo trovato affatto si è attestata al 41%, dato in progressione di 2,3 punti rispetto ai primi tre mesi del 2022. Particolarmente interessate dal problema sono le ditte del comparto fabbricazione di macchinari e apparecchiature: ben il 75,8% delle aziende ha dovuto affrontare questa carenza di personale qualificato.
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