Il re e la regina sono a bordo di una carrozza cerimoniale più moderna e comoda - con sospensioni idrauliche e aria condizionata - rispetto al settecentesco Gold State Coach che li riporterà a palazzo a conclusione della cerimonia.
The Guardian/christian Sinibaldi
Re Carlo III è stato formalmente incoronato nell'abbazia di Westminster con la deposizione sul suo capo della Corona di Sant'Edoardo il Confessore.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
L’atto si è compiuto dopo l’unzione religiosa con l’olio santo del sovrano (inginocchiato dietro un paravento) e il solenne giuramento nelle mani dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, di fedeltà alle leggi del Regno, alla Chiesa d’Inghilterra” e alla sua “fede protestante”. Ma anche di rispetto delle credenze di tutti i suoi sudditi.
Prima del giuramento il monarca era stato “presentato” da vari araldi all’assemblea, da cui s’è levata l’invocazione “God Save the King Charles”. Il sovrano, 74 anni, è apparso molto compreso nel momento, e a tratti commosso. Il rito ha rispettato i vari passaggi di una tradizione secolare, con qualche innovazione multiconfessionale.
Carlo ha rivolto anche un sorriso al suo primogenito, il principe William, che nel panno di erede al trono lo ha aiutato a indossare la stola e poi a chiudere il gancio della cosiddetta Supertunica reale. Ha quindi ricevuto insegne e indumenti simbolici da dignitari e rappresentanti delle maggiori comunità non cristiane del Regno (musulmana, ebraica, induista e sikh).
Fra le regalia, la spada rituale, l’orb (globo d’oro), nonché i due scettri con la croce e la colomba che il re ha retto fra le mani anche dopo l’incoronazione – immagine plastica della simbologia monarchica – assiso con la corona sull’antico trono medievale di Sant’Edoardo posta sulla Pietra del Destino scozzese sopra il Pavimento Cosmati (opera realizzata nell’abbazia di Westminster da artigiani romani del ‘200).
Concluso il cerimoniale dedicato a incoronare il sovrano regnante, re Carlo III, l’arcivescovo di Canterbury ha proceduto anche a proclamare regina formalmente la consorte Camilla, attraverso un percorso più rapido di unzione, incoronazione e intronizzazione.
Re Carlo III e la regina Camilla hanno raggiunto l’abbazia di Westminster accolti all’ingresso dall’erede al trono William, principe di Galles, la sua consorte Kate, e i loro figli George (secondo nella linea di successione), Charlotte e Louise.
L’entrata solenne dei sovrani nell’abbazia è stata preceduta dalla parata delle insegne reali e delle “regalia”, i simboli della cerimonia: le due corone (in particolare quella di Sant’Edoardo usata solo in quest’occasione), i due scettri, il globo, e la spada rituale retta per la prima volta da una donna, la ministra Penny Mordaunt, in veste di Lord President of Council in seno al governo Tory in carica.
La regina Camilla è avanzata nella navata coi paggi che le reggevano le code del lungo mantello, seguita da re Carlo III. La loro processione è stata accompagnata dal canto in latino del “vivat” insieme ad altri inni religiosi.
È stato quindi l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa anglicana e officiante chiamato a presiedere il rito, a introdurre la cerimonia religiosa con una breve preghiera accompagnato a un appello alla fraternità cristiana, al sostegno reciproco tra i fedeli e tra tutte le persone di buona volontà.
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