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Dopo otto mesi la Spagna ha un nuovo Governo

Pedro Sanchez e Pablo Iglesias
Pedro Sanchez (a sinistra) e Pablo Iglesias possono tirare un sospiro di sollievo. Keystone / Juan Carlos Hidalgo

Il leader socialista Pedro Sanchez ha ottenuto martedì la fiducia del Parlamento per dare il via al primo Governo di coalizione della storia democratica spagnola.


Il via libera del Parlamento è arrivato con un voto molto risicato: 167 favorevoli, 165 contrari e 18 astensioni.

Sanchez ha potuto contare sull’appoggio di Podemos, la formazione della sinistra radicale guidata da Pablo Iglesias, di alcuni piccoli partiti e soprattutto sull’astensione della sinistra indipendentista catalana, con cui i socialisti hanno siglato un accordo che prevede tra le altre cose l’apertura di un dialogo sulla situazione catalana tra 15 giorni.

Il servizio del Telegiornale:

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L’accordo ha fatto gridare l’opposizione al tradimento. Il leader del Partito popolare, Pablo Casado, ha già battezzato il nuovo esecutivo come “Governo Frankenstein”, mentre l’ultradestra di Vox guidata da Santiago Abascal ha lanciato accuse pesantissime giurando che si opporrà con tutte le forze allo “smembramento della Spagna”

Critiche che però non hanno scalfito Sanchez: “Con il governo di coalizione progressista in Spagna si apre una stagione di dialogo e politica utile. Un governo per tutte e tutti che estenda i diritti, ripristini la convivenza e difenda la giustizia sociale”, ha twittato subito dopo il voto del Parlamento.

L’accordo firmato con Iglesias traccia fra le altre cose, in una cinquantina di pagine, un’ambiziosa riforma fiscale con un aumento delle tasse per i più ricchi, impegna il Governo ad un aumento significativo del salario minimo e promette di mantenere un chiaro accento sociale e femminista.

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