Elezioni in Spagna, ancora nessuna maggioranza
La Spagna è uscita dalle quarte elezioni in quattro anni ancora senza una maggioranza chiara in Parlamento. I socialisti di Pedro Sanchez ottengono più deputati di tutti, 120 quando è stato scrutinato il 99% dei voti, ma insufficienti per governare da soli. Ananza la destra nazionalista di Vox.
“Il partito socialista ha vinto per la terza volta quest’anno le elezioni”. Sono le prime parole del leader socialista Pedro Sanchez dopo che i risultati hanno confermato il Psoe come primo partito in Spagna con 120 seggi (su 350).
In pratica, però, il premier non è riuscito a rinforzare la posizione del suo partito, ha anzi perso tre seggi. Non sono sufficienti per governare e per sbloccare la situazione politica dovrà aprirsi a molti compromessi.
Anche l’alleata formazione di sinistra Podemos è stat ridimensionata, passando – a scrutinio quasi ultimato – da 42 deputati a 35.
I liberali di Ciudadanos crollano da 57 seggi a 10, al sesto posto, cedendo il passo anche a Esquerra Republicana, che sostiene l’indipendenza catalana e si assesta al quinto posto con 13 seggi. In totale le forze politiche a favore della separazione della regione da Madrid hanno 23 seggi.
Il presidente di Ciudadanos Alberto Rivera, dopo la sconfitta si è dimesso dalla funzione.
Avanza la destra nazionalista
Ad ottenere il risultato più sorprendente è stata l’ultradestra di Vox che ha più che raddoppiando i seggi, dai 24 ottenuti con il voto del 28 aprile a 52. Dato che ha fatto esultare il leader Santiago Abascal: “Siamo la terza forza politica!”.
Dal canto suo, Pablo Casado, leader del Partito Popolare (centro-destra), si è detto soddisfatto del risultato del suo partito – 87 seggi da 66 – ma ha anche aggiunto che l’esito delle elezioni non è buono per il Paese.
“La palla è adesso nella sua metà del campo”, ha aggiunto Casado rivolgendosi a Sanchez. Questi “deve decidere cosa vuole fare. Perché la spagna non può più aspettare”.
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