È morto sabato mattina all'ospedale di Cesena il musicista italiano Raoul Casadei. Conosciuto come 'il Re del liscio', aveva 83 anni. Era ricoverato dal 2 marzo, dopo aver contratto il Covid, e da allora le sue condizioni si erano progressivamente aggravate.
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Appena scoperta l’infezione, la figlia Carolina aveva riferito che il padre stava “benino”. Fino a che non si è osservata una bassa saturazione nel sangue e i medici non hanno notato un principio di polmonite, consigliando di ricoverarlo. Oltre a Raoul, si legge su La Stampa, sono stati contagiati altri familiari della dinastia romagnola di musicisti ma non si ha notizia di altri casi gravi.
Nipote per parte di padre di Secondo Casadei, autore della celeberrima ‘Romagna mia’, anche Raoul ha firmato molti brani diventati simboli del genere nelle sale da ballo d’Italia e d’altrove: ‘Ciao mare’, ‘Simpatia’, ‘La mazurka di periferia’ i più grandi successi.
Solare e loquace
Raoul Casadei è l’uomo che raccolse l’eredità dell’orchestra fondata dallo zio Secondo, nella quale aveva cominciato a esibirsi alla chitarra, ancora adolescente, nelle balere e nei locali romagnoli. Raoul, con la sua orchestra-spettacolo, seppe trasformare il folklore romagnolo in un genere riconosciuto e apprezzato da intere generazioni.
Una lunga carriera costruita sulla solarità, la genuinità tipica della sua terra, l’innata capacità di parlare con il pubblico, intrattenerlo con aneddoti e coinvolgerlo, facendo ballare anche chi non ne era capace.
Una carriera proficua non solo dal vivo ma anche da un punto di vista discografico. “All’inizio degli anni Settanta”, lasciato per sempre il mestiere di maestro elementare, “ho avuto un successo incredibile”, raccontava alla vigilia del suo ottantesimo compleanno. “Da solo vendevo più dischi di tutti quelli che erano nella mia casa discografica”, la Produttori Associati. “Facevo 300/350 concerti l’anno. Incredibile”.
Raoul Casadei è pure noto per la ‘Nave del sole’, una sorta di balera galleggiante che salpò per la prima volta il 10 giugno del 1984 e fu attiva fino ai primi anni Novanta. Nel 2000, lasciò la guida dell’orchestra al figlio Mirko, che ha proseguito sulla strada della contaminazione, un tempo perlopiù latina, oggi piuttosto ska e taranta. Nel 2019, Raoul ha interpretato se stesso in una breve apparizione nel film ‘Tutto liscio’.
Dalle Teche RSI
Negli archivi della Radiotelevisione svizzera, ritroviamo un’intervista recente. Ospite nel gennaio 2015 della trasmissione radiofonica ‘Non chiamatemi Sandra’, Raoul racconta prima di tutto come i Casadei siano il simbolo, prima ancora che del liscio, della famiglia unita: vivono tutti insieme, come in un piccolo villaggio.
Il musicista spiega inoltre di come sia stato lui stesso a coniare il termine ‘liscio’, ma soprattutto rivela la vera storia di ‘Romagna mia’, canzone che lo zio Secondo, in realtà, voleva dedicare alla sola casetta citata nel testo. Ascoltare per credere.
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