Il Milan e il nuovo stadio, i cittadini e i cistercensi
Il progetto di un nuovo stadio del Milan a San Donato, alla porta sud della città, scalda gli animi e se si concretizzasse metterebbe in difficoltà anche chi vive nella vicina abbazia.
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Claudio Moschin, Falò RSI
Se un domani il progetto del nuovo stadio del Milan diventasse concreto, il rapporto finale sarebbe di 2 a 1: cioè per ogni abitante di San Donato Milanese ci sarebbero almeno due tifosi rossoneri a testa, perché lo stadio sarebbe da 70mila posti in una cittadina che conta oggi poco più di 32mila abitanti.
Ma non solo: l’impianto dovrebbe sorgere in un’area ristretta, oggi Parco agricolo a sud di Milano, chiusa tra una ferrovia e due autostrade. Tutte le vie di comunicazione dovrebbero essere realizzate, con i problemi connessi (traffico e rumore) ancora da risolvere. E i parcheggi previsti? Non molti, o meglio non per tutti gli eventuali tifosi che arriverebbero in auto.
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Li hanno previsti un po’ dappertutto, senza pensare che lì vicino c’è la millenaria Abbazia di Chiaravalle, fondata nel 1100. Un’oasi cistercense, di silenzio e di preghiera, amatissima dai milanesi, che in linea d’aria si troverebbe (sempre un domani, s’intende) a soli 800 metri dallo stadio. Una struttura questa che nel progetto sarebbe ben visibile anche da lontano, e che sarebbe “circondata” anche da hotel, un museo, un parco tematico, un auditorium da tremila posti. Così infatti dichiara nero su bianco il Masterplan presentato dalla società Milan al Comune di San Donato.
“La cittadinanza è un po’ divisa – dichiara Francesco Squeri, sindaco della cittadina alle porte sud di Milano – ma con lo stadio ci sarebbero dei vantaggi economici e poi il brand Milan farebbe di San Donato una città anche turistica, perché no?”
Fabio Menichetti del Comitato No Stadio sottolinea tuttavia: “Pensate solo alla mobilità: qui sarebbe il caos, tutti sarebbero alla ricerca di parcheggi che non ci sono. Ne hanno previsti solo 3’500…”
“Il progettista dice che quelli che faranno saranno parcheggi verdi – chiude Arianna Azzelino, docente di impatto ambientale al Politecnico di Milano – ma un parcheggio, cioè un’area di cemento, non potrà mai essere verde”.
“Noi siamo contro il consumo del suolo – afferma ai microfoni di Falò Fabio Sonda del Comitato di Chiaravalle – e le case del borgo sarebbero a 500 metri dallo stadio futuro: vogliono ancora cementificare e inquinare? Ma no, basta”.
La partita e i bluff
Un progetto insomma discusso e discutibile quello del nuovo stadio del Milan. “C’è un masterplan molto raffazzonato, tre quarti delle indicazioni sono sbagliate o da modificare – dichiara Andrea Sparaciari, giornalista – Io credo che che il Comune di San Donato si stia illudendo”.
Gli fa eco un altro giornalista che segue la stessa vicenda, Gianni Barbacetto: “È in corso una partita a poker con il sindaco di Milano Beppe Sala, su dove fare questo nuovo stadio, se farlo o non farlo, se abbattere lo stadio Meazza o farselo dare. È una partita piena di bluff”.
“Un bluff? Non so – gli risponde il sindaco di San Donato – noi al progetto ci crediamo, ma se poi il Milan farà altre scelte è libero di farle”.
“Se nascesse lo stadio a poca distanza dalla nostra Abbazia – dice il priore Stefano Zanolini – sarebbe a rischio la nostra stessa esistenza. Non ce ne andiamo ma siamo preoccupati. Non è che non si devono costruire degli stadi, ma bisognerebbe pensare bene dove farli e che incidenza avranno sul luogo.”
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