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Anche i monaci si oppongono al nuovo stadio del Milan

Tifosi fanno sventolare una grossa bandiera del Milan tra i fumogeni.
La strada è ancora lunga. KEYSTONE/Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved

L'impianto progettato dalla società del Milan, che dovrebbe sorgere in una zona verde a San Donato, nei pressi di una storica abbazia, suscita già numerose proteste.

Da ormai decenni a Milano si parla di nuovi stadi, che le due società calcistiche del capoluogo lombardo intendono realizzare mandando in soffitta il glorioso Meazza.

La “Scala del calcio” è diventata ormai un fastidioso orpello per Milan e Inter, costretti a coabitare nella vetusta struttura. Ma finora, tra tentennamenti, marce indietro e cambi societari i vari progetti si sono sempre arenati.

A prendere l’iniziativa ultimamente sono stati i dirigenti rossoneri che hanno scritto la lettera per l’avvio dell’accordo di programma con la Regione Lombardia, che da tempo è stata informata delle intenzioni milaniste e ha fatto sapere di volere esaminare la proposta dal profilo amministrativo.

Ma fin da subito sono nate polemiche e forte opposizioni al progetto. Anche perché lo stadio dovrebbe occupare un’area verde a sud della città, nella quale manca una rete stradale adeguata (e le strade esistenti sono già parecchio trafficate).

Insorgono anche i benedettini

Inoltre a poca distanza si erge la storica abbazia di Chiaravalle, immersa nel silenzio e nel verde, i cui monaci non sembrano entusiasti delle previste colate di cemento nei terreni attigui. Il monastero cistercense del 1135, dove vivono 17 benedettini, verrebbe a trovarsi a soli 850 metri dal futuro impianto sportivo.

E per questo motivo i monaci hanno firmato e diffuso un manifesto (“Uno stadio accanto all’abbazia?”) che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica. Chiaravalle, a loro dire, non potrà più essere considerato un luogo dello spirito, soprattutto per l’inquinamento acustico prodotto dagli eventi dello stadio.

C’è chi parla di ecomostro

I terreni sono stati comprati a tappe dal club calcistico per un’estensione complessiva che ora raggiunge i 650’000 metri quadrati. Nell’attuale parco agricolo dovrebbero essere edificate, oltre al nuovo stadio da 70’000 posti, zone commerciali, parcheggi e tutto il consueto contorno delle aree urbane: la nuova sede del Milan, il museo della società rossonera, ristoranti, negozi e una sala da 4’000 posti.

Intanto però il Parlamento europeo ha bocciato una petizione promossa da PD e M5S che parlano di ecomostro. Ma la vicenda è destinata ad avere ancora molti capitoli da scrivere e le opposizioni intanto affilano le armi.   

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