Le facilitazioni fiscali italiane per i super ricchi funzionano
I ricchi stranieri che vengono a vivere in Italia certo non si faranno vendere la Fontana di Trevi...
Keystone / Luciano Del Castillo
I ricchi Paperoni del mondo fanno gola un po' a tutti i Paesi. Nel 2017 anche l'Italia è scesa in campo alla conquista di stranieri ad alto reddito. La "flat-tax per i Paperoni" (da non confondere con la flat tax fortemente voluta dalla Lega) punta a rendere attraente la residenza italiana per i e le contribuenti particolarmente benestanti. Basta pagare una tassa forfait di 100’000 euro all'anno e, se l'adesione si estende anche a figli e coniuge, ulteriori 25’000 euro a testa.
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Mi occupo soprattutto delle relazioni italo-svizzere, che siano politiche, economiche o culturali, con un occhio di riguardo alle questioni transfrontaliere.
Nato in Corea del Sud e cresciuto nei Grigioni dopo studi in filosofia tra Pavia, Ginevra e Parigi, in teologia a Lugano e infine in comunicazione a Milano, mi sono dedicato al giornalismo con una lunga parentesi nel mondo del cinema.
Nel 2021, dopo cinque anni dall’introduzione della flat tax, i ricchi stranieri e straniere che hanno deciso di trasferirsi in Italia, spostando la loro residenza nella Penisola, erano quasi 1’000, ai quali vanno aggiunti circa 300 familiari. Il primo anno di applicazione, il 2017, erano 99. Nel 2018 le nuove residenze si sono attestate a 263, a 429 l’anno successivo. Il dato ha registrato un lieve calo nel 2020, dovuto alla pandemia da Covid-19, attestandosi a 549, per poi raddoppiare nel 2021 fino a 1’339 beneficiari.
E i nuovi ricchi stranieri nel 2021 hanno versato nelle casse dello Stato italiano 108 milioni di euro solo aderendo a questo regime agevolato, senza quindi tener conto di altre tasse e l’indotto generato da acquisti e consumi.
Flat tax, i requisiti
Il primo requisito è quello di guadagnare tanto da considerare un risparmio il versamento di 100’000 euro al fisco. In Italia, per esempio, la soglia di convenienza sarebbe attorno ai 300’000 euro di reddito, ma il test in questo caso va fatto misurando le tasse pagate in altri Paesi.
L’altro paletto riguarda la residenza degli ultimi 10 anni che, per almeno 9 periodi d’imposta, dev’essere stata in Paesi stranieri. Del resto, non si nasconde che l’obiettivo è quello di incassare maggiori tasse, magari favorendo lo spostamento in Italia, in chiave post-Brexit, di società finanziarie, quali banche e fondi, che sono società ad alta intensità di capitale umano, con persone ad alto reddito: i cosiddetti High Net Worth Individuals.
Aderire al forfait per ricchi è facile. Basta barrare l’apposita casella nella dichiarazione dei redditi. E poi il rinnovo è automatico per 15 anni. Per chi verrà in Italia, poi, diventerà conveniente trasferire anche gli altri familiari ad alto reddito. L’opzione forfait può infatti anche essere estesa a parenti più stretti: saranno tassati 25’000 euro a testa.
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È importante ricordare che quanto descritto riguarda i guadagni realizzati all’estero, mentre su quelli realizzati in Italia rimarrà in vigore la tassazione ordinaria con l’aliquota marginale al 43%.
Secondo le recenti rilevazioni, i primi anni gli stranieri che sceglievano l’Italia erano persone con ingenti patrimoni che vivevano di rendita. Mentre, in tempi più recenti, sono aumentati i soggetti ancora attivi lavorativamente. Si tratta soprattutto di modelle, attori, influencer, calciatori e banchieri che provengono da altri Paesi europei, dalla Gran Bretagna, ma anche dal Sudamerica, dagli Stati Uniti e – prima del conflitto in Ucraina – anche dalla Russia.
E in Svizzera come funziona?
Il caso della Svizzera è particolare. I cittadini e le cittadine di origine straniera domiciliati in Svizzera possono essere tassati forfettariamente. Questo solo se non esercitano un’attività lucrativa nella Confederazione. Non si tratta però di una flat tax, come nel caso italiano. In Svizzera si chiama “imposizione secondo il dispendio” e varia dunque da persona a persona. Cosa vuol dire? Si tratta di un metodo particolare di calcolo del reddito e della sostanza.
Va sottolineato però che – una volta fissata la somma tassabile – per il calcolo dell’imposta si applicano le tariffe ordinarie.Questo “dispendio”, determinante ai fini dell’imposizione, è costituito dal totale delle spese annue per mantenere il proprio tenore di vita.
Ma come si calcola? A livello di Confederazione e della maggior parte dei Cantoni, attualmente il dispendio deve corrispondere almeno al quintuplo del valore locativo (ovvero il valore teorico della casa se fosse in affitto) o direttamente della pigione. Ai fini dell’imposta federale diretta deve inoltre valere una base minima di calcolo di 400’000 franchi. E questi 400’000 franchi (o più) sono poi tassati, come detto, secondo le tariffe ordinarie.
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