L'Italia non vuole riconoscere i diritti dei figli di famiglie arcobaleno: bocciata una proposta europea da parte della Commissione Politiche europee del Senato. Non solo. Una nuova circolare del ministero dell'Interno, vieta la trascrizione nei registri delle anagrafi comunali dei figli di coppie omogenitoriali.
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tvsvizzera.it/fra
In Italia i figli delle coppie omosessuali non sono riconosciuti dalle anagrafi comunali. La questione è tornata al centro del dibattito politico dopo la bocciatura, da parte della Commissione di una proposta europea di una proposta in tal senso.
Inoltre, il ministero dell’Interno vieta la trascrizione nei registri delle anagrafi comunali dei figli di coppie omosessuali. Ma molti sindaci protestano e l’opposizione ha indetto una manifestazione per sabato.
A guidare la protesta dei sindaci, e di tutta l’opposizione, è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala che, per primo, si è detto contrario alle decisioni del Governo. “Ne farò una battaglia personale – ha detto il sindaco milanese -. Non possiamo accettare un passo indietro per i diritti di tutti, a Milano e in tutta Italia”.
Il sindaco Sala si riferisce, in particolare, alla circolare emanata dal Viminale che, di fatto, stoppa la possibilità di registrare all’anagrafe cittadina i figli di coppie omogenitoriali. Il ministero dell’interno, richiamando la legge 40 del 2004, quella sulla procreazione assistita, è arrivato a questa conclusione, perché la legge consente la procedura solo a coppie formate da persone di sesso diverso.
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Sta di fatto che ora la questione interessa in tutta Italia diverse centinaia di bambini, solo a Milano circa 300, che ora si trovano nell’impossibilità di essere riconosciuti dai genitori. Per protestare contro questa decisione, appunto, è già stata indetta la manifestazione a Milano per sabato prossimo.
Per quanta riguarda la decisione della Commissione in Senato, concerne il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l’adozione di un certificato di filiazione. La motivazione per cui la maggioranza ha bocciato la proposta di regolamento europeo è abbastanza tecnica, ossia che se fosse stata accettata ci sarebbe stata una prevaricazione del diritto europeo su quello nazionale.
Al di là dei tecnicismi comunque è chiaro che la scelta della maggioranza di Governo è politica, ossia dimostra la volontà di portare avanti provvedimenti che limitino i diritti delle persone omosessuali. Le opposizioni, non a caso, citano nelle loro dichiarazioni l’Ungheria di Orban per descrivere la ratio delle scelte.
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