Mario Draghi parla al Senato prima del voto di fiducia.
Keystone / Senate Press Office Handout
In Italia, il Senato ha accordato mercoledì in tarda serata la fiducia al nuovo governo guidato da Mario Draghi. Il premier ha ottenuto 262 voti a favore su 304 espressi, ovvero 101 in più di quanti ne sarebbero bastati per una maggioranza politica; 40 i contrari, 2 le astensioni. Giovedì toccherà alla Camera.
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A esprimere un no -oltre, come annunciato, ai 19 parlamentari di Fratelli d’Italia- sono stati 15 senatori dissidenti dei 5 Stelle. Altri otto esponenti del Movimento, incluso nella compagine di governo, erano assenti e non hanno partecipato al voto.
Il nuovo esecutivo potrà contare dunque su una maggioranza molto ampia, ma non supera il record di Monti per consensi a Palazzo Madama. Il 17 novembre 2011, il governo guidato dal senatore a vita vi ottenne 281 sì e 25 no, ovvero 19 a favore in più di quelli incassati da Draghi.
Nel suo intervento in aula in serata, l’ex presidente della Banca centrale europea ha esortato a ricostruire il Paese, colpito in pieno dalla crisi sanitaria ed economica innescata dal coronavirus: i morti sono ormai quasi 100’000 e il PIL ha registrato nel 2020 un calo dell’8,9%, uno dei dati peggiori della zona euro.
“Come i governi dell’immediato dopoguerra”, ha osservato Draghi, “abbiamo la responsabilità di una nuova ricostruzione”. “La nostra missione in quanto italiani”, ha aggiunto il premier 73enne, “è di lasciare un Paese migliore e più giusto ai nostri figli e nipoti”.
Qui un sunto del suo discorso programmatico di mercoledì mattina a Palazzo Madama.
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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (News del 17.02.2021)
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