Arrestati dirigenti ed ex vertici di Autostrade

La Guardia di finanza (GdF) sta eseguendo una serie di misure cautelari nei confronti di ex vertici e alcuni attuali manager di Autostrade per l'Italia, sei in tutto secondo quanto appreso dall'agenzia di stampa italiana Ansa. Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. L'operazione è frutto di un'inchiesta parallela a quella per il crollo del Ponte Morandi.
Coordinata dalla procura di Genova, l’inchiesta è scattata un anno fa dopo l’analisi da parte della GdF di alcuni dei documenti acquisiti nel corso dell’indagine sul crollo del viadotto Polcevera nel capoluogo ligure. In particolare, sempre secondo quanto appreso dall’Ansa, quelli relativi ai problemi di sicurezza riscontrati sulle barriere fonoassorbenti montate sull’intera rete autostradale.
Gli investigatori hanno scoperto che gli ex vertici erano consapevoli che le barriere erano difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, segnatamente del rischio di cedimenti nelle giornate di forte vento, fatti peraltro realmente accaduti nel corso del 2016 e 17 sulla rete autostradale genovese.
Autostrade per l’Italia SpA (Aspi) ha come attività la gestione in concessione di tratte autostradali e lo svolgimento della relativa manutenzione.
La società fa parte del gruppo Atlantia, che ne possiede l’88,06% e fa riferimento, come principale azionista, alla famiglia Benetton.
È emerso che gli indagati non solo conoscevano i difetti progettuali e la sottostima dell’azione del vento -così come l’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti- ma neppure hanno voluto procedere ai lavori di sostituzione e messa in sicurezza, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi.
Gli inquirenti contestano dunque -oltre all’attentato alla sicurezza dei trasporti- una frode nei confronti dello Stato per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico e della sicurezza, e aver occultato l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione -obbligatoria- all’organo di vigilanza (Ministero infrastrutture e trasporti).
Delle sei misure disposte dal giudice per le indagini preliminari (Gip) del tribunale di Genova, tre sono arresti domiciliari -l’ex ad Giovanni Castellucci, l’ex responsabile manutenzioni Michele Donferri Mitelli e il direttore centrale operativo Paolo Berti- altre tre sono misure interdittive. Tra gli indagati figurerebbe anche l’attuale ad Roberto Tomasi, ma la sua posizione potrebbe essere archiviata a breve.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 11.11.2020)

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