Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
è sempre bene prestare attenzione a cosa e a dove mangiamo. Ce lo ricorda l'indagine condotta dall'associazione dei chimici cantonali svizzeri (ACCS) che ha setacciato la scorsa estate le friggitrici nell'intero Paese.
Ebbene, l'8,5% dell'olio utilizzato in ristoranti, takeaway, mense e altre imprese alimentari è risultato di pessima qualità. Inoltre, in un'azienda su quattro (27,7%) non esistono regole sull'uso corretto dell'olio.
Un tasso dell'8,5%, sottolineano i chimici e le chimiche cantonali, è poco soddisfacente, "in quanto un buon controllo della qualità degli oli è abbastanza semplice". Basterebbe insomma poco per consumare fritture meno nocive per l'organismo.
Le altre nostre notizie che vi proponiamo oggi non hanno invece nessi culinari,
buona lettura.
Nonostante le violenze in Medio Oriente l’ONU non deve cedere alla frustrazione. È quando ha affermato il consigliere federale Ignazio Cassis alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
Il ministro degli Esteri, intervenuto al dibattito in rappresentanza della Svizzera che vi partecipa a titolo di membro non permanente dell’organo decisionale delle Nazioni Unite, ha lamentato il fatto che, malgrado due risoluzioni votate dal Consiglio di sicurezza, non tutti gli ostaggi sono stati rilasciati, civili vengono uccisi ogni giorno e il diritto internazionale viene sistematicamente violato. E ha formulato la richiesta di una tregua a Gaza.
Ignazio Cassis ha quindi ribadito la controversa soluzione di due Stati, l’unica, a suo dire, “che offre a israeliani e palestinesi la prospettiva di vivere in pace e sicurezza” ma su cui il premier Netanyahu si è appena dichiarato fermamente contrario, nonostante le sollecitazioni, tra gli altri, del Segretario generale dell’ONU Antonio Guterres.
In proposito il capo della diplomazia elvetica ha sottolineato che alla riunione è emerso chiaramente che, ad eccezione di Israele, i paesi intervenuti al Consiglio di Sicurezza vogliono tutti andare nella stessa direzione.
- La notizia riferita su tvsvizzera.it.
- L’articolo sullo stesso argomento di ticinonews.chCollegamento esterno.
- La notaCollegamento esterno del Consiglio federale.
La fattoria degli orrori torna in un’aula giudiziaria: si è aperto a Frauenfeld il processo all’ex veterinario cantonale turgoviese e a tre suoi collaboratori accusati di non aver impedito i maltrattamenti subiti dagli animali in un allevamento a Hefenhofen.
Le immagini pubblicate sul popolare Blick delle povere bestie denutrite e morte di stenti avevano fatto il giro della Confederazione. E per quei fatti il titolare era stato condannato in marzo a otto mesi di carcere, con la condizionale. Una pena lieve dato che i difensori erano riusciti a far assolvere l’allevatore da diversi capi d’imputazione.
La corte distrettuale di Arbon aveva infatti confermato i vizi di forma sollevati dai patrocinatori e criticato l’operato del Ministero pubblico e delle autorità cantonali. In particolare l’ufficio del veterinario turgoviese non avrebbe fatto rispettare il divieto parziale di tenere animali a carico del titolare e sarebbe intervenuto troppo tardi. E ora dovrà rispondere, insieme ai suoi ex collaboratori, di abuso di autorità, favoreggiamento, complicità in maltrattamento di animali, amministrazione infedele e tentata coazione.
Pochi giorni dopo lo scoppio dello scandalo, nell’estate del 2017, la fattoria è stata chiusa e i circa 250 animali (cavalli, maiali, bovini, pecore, capre e persino alcuni lama) prelevati e collocati in altre strutture.
- Sull’apertura del processo a Frauenfeld il servizio di blue NewsCollegamento esterno.
- L’articolo sulla notizia del BlickCollegamento esterno che a suo tempo aveva svelato il caso (in tedesco).
- TicinonewsCollegamento esterno ci fa invece sapere che la fattoria incriminata è stata venduta poco tempo fa per 1,8 milioni di franchi.
In Svizzera le persone sposate potranno di nuovo avere il doppio cognome (con o senza trattino). La novità riguarda anche i figli e le figlie, indipendentemente dallo stato civile dei genitori.
Lo ha deciso oggi il Governo federale che ha fatto sua la proposta elaborata dalla Commissione affari giuridici della Camera bassa. Dal 2013 i coniugi sono obbligati a decidere al momento delle nozze se mantenere il proprio cognome o scegliere quello coniugale, non essendo più consentito il doppio cognome che veniva precedentemente assunto dalle spose. Questo significa che uno dei coniugi deve rinunciare all’appellativo della sua famiglia d’origine.
Analogamente la prole riceve il cognome coniugale o quello di uno dei genitori, come stabilito in occasione del matrimonio. Per le coppie non sposate i figli e le figlie adottano quello di uno dei due.
La soluzione scelta, ha segnalato in proposito il Consiglio federale, consente di rendere visibile il legame familiare, tra coniugi ed eredi diretti. Il parere del Governo sul progetto parlamentare contiene anche una precisazione: l’esecutivo propone di lasciare libertà riguardo all’ordine di titoli di famiglia nel doppio cognome.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno della Confederazione.
- L’evoluzione del dibattito sul sito del ParlamentoCollegamento esterno svizzero.
Il Governo svizzero è contrario a ulteriori limitazioni all’impiego dei fuochi d’artificio, come avanzato dall’iniziativa popolare su cui sarà chiamato ad esprimersi prossimamente il popolo.
Per Berna il divieto di vendita e uso in tutta la Svizzera per i privati di questo tipo oggetti pirotecnici, ad eccezione di quelli silenziosi come bengala o vulcani, è eccessivo. Le emissioni sonore ed inquinanti che arrecano i fuochi d’artificio, sottolinea l’esecutivo, hanno una durata limitata e sono relativamente contenuti. Inoltre, insiste, Cantoni e Comuni hanno la facoltà di porre vincoli tassativi e restrizioni al loro impiego, come del resto sta già avvenendo.
L’iniziativa, che è stata sottoscritta da 137’193 persone con diritto di voto, sembra godere, secondo i sondaggi, del sostegno di una consistente maggioranza tra la popolazione elvetica.
Le uniche manifestazioni pirotecniche che sarebbero consentite dalla proposta di modica costituzionale sono quelle di rilevanza sovraregionale, come la festa nazionale del primo di agosto.
- Ne riferisce rsi.chCollegamento esterno.
- Il testo e gli argomenti dell’iniziativa popolareCollegamento esterno “Per una limitazione dei fuochi d’artificio”.
- Le spiegazioni del GovernoCollegamento esterno svizzero.
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