
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Non ci sono più le Alpi di una volta… letteralmente. Negli ultimi 60 anni, la maggior parte delle cime svizzere coperte da ghiacciai hanno perso fino a diverse decine di metri di altezza, secondo una ricerca del settimanale Sonntagszeitung. La causa? I cambiamenti climatici che portano allo scioglimento dei ghiacciai. Le montagne si abbassano, il limite delle nevicate sale: se la matematica non è un'opinione, si ridurranno sempre di più anche le superfici sulle quali si potrà sciare. E bisognerà trovare nuove attività invernali che non necessitano di neve.
Per fortuna, si tratta di un futuro ancora molto lontano (speriamo!).
Buona lettura delle notizie del giorno.

La compagnia assicurativa AXA Svizzera ha deciso di eliminare dall’organigramma e dai biglietti da visita gli appellativi come “direttore”, “direttrice” o “vicepresidente”. Una mossa che fa parte della nuova strategia della compagnia che si prepara per un nuovo modello di lavoro senza strutture gerarchiche e con adattamenti nel sistema retributivo.
“Abbiamo iniziato già da tempo ad abolire i privilegi per i quadri“, spiega la responsabile delle risorse umane Daniela Fischer in dichiarazioni riportate oggi dal quotidiano svizzero-tedesco Blick. “Personalmente non sono mai stata una fan dei titoli o dei status symbol”. Questo perché sostengono strutture gerarchiche obsolete e “non sono più in linea con la cultura a cui aspiriamo in Axa”, aggiunge.
L’obiettivo è un’organizzazione del lavoro in cui tutte e tutti discutono da pari a pari e possono apportare il loro contributo nelle riunioni, indipendentemente dalla loro posizione. Inoltre, la responsabilità viene distribuita su più persone. A tal fine il gruppo ha ridefinito 13 livelli di responsabilità e 450 profili professionali. Questi delineano i compiti, i requisiti e le aree di responsabilità più importanti.
Secondo Heike Bruch, docente di leadership all’Università di San Gallo, il vantaggio del nuovo sistema è che è meno emarginante ed esclusivo. Inoltre, soprattutto in tempi di carenza di personale qualificato, la compagnia si sta rendendo più attraente sul mercato dell’impiego. “Attira persone che vogliono lavorare in modo più agile”.
- La notizia riportata dal portale BlickCollegamento esterno (in tedesco).
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Perché in Svizzera si è meno fedeli all’azienda per cui si lavora”
- “Di quali lavoratrici e lavoratori ha bisogno oggi la Svizzera?”: un contributo della mia collega Marija Miladinovic.

Nel corso del dibattimento apertosi lunedì mattina davanti alla Corte del Tribunale penale federale (TPF) per il processo dell’ex ministro dell’interno del Gambia Ousman Sonko, accusato di crimini contro l’umanità, la difesa ha criticato la pertinenza delle accuse e lacune procedurali.
Secondo il legale di Sonko, Philippe Currat, il Codice penale svizzero non è applicabile a una parte significativa delle accuse. L’avvocato ha inoltre affermato che gli atti commessi prima del primo gennaio 2011 – data dalla quale la Svizzera, in nome della giurisdizione universale, ha la competenza di giudicare i crimini internazionali più gravi – non possono essere perseguiti a causa del divieto della retroattività della legge penale.
Currat ha anche elencato numerose fasi del procedimento in cui sono stati commessi errori o sono stati violati i diritti del suo cliente. Le persone interrogate in Gambia, per esempio, non erano state informate del loro diritto alla presenza di un legale.
Ricordiamo che Sonko è accusato dal Ministero pubblico della Confederazione di aver commesso numerosi crimini tra il 2000 e il 2016, quando in Gambia era al potere il dittatore Yahya Jammeh. Nel corso di 16 anni Sonko è stato il committente di diversi assassini, ne ha commessi diversi di persona, ha commesso atti di tortura, di stupro e ha imprigionato illegalmente numerose persone.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Da SWI Swissinfo.ch: “La lotta per la giustizia universale parte da Ginevra”.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Arrestato in Svizzera ex ministro del Gambia”.

L’inflazione in Svizzera è tornata a salire oltre le attese di esperti ed esperte: in dicembre la crescita dei prezzi su base annua si è attestata all’1,7%, a fronte dell’1,4% di novembre (valore minimo degli ultimi due anni) e all’1,7% registrato in settembre e ottobre. Per gli alimentari e l’alloggio è ancora più alta, pari al 3,3%. Nell’insieme del 2023 il rincaro medio è ammontato al 2,1%.
L’indicatore in dicembre è rimasto a livelli inferiori a quelli osservati in diversi altri Paesi, ma lo scarto non è più così ampio come in passato: nell’intera Eurozona l’inflazione si è attestata al 2,9%, in progressione dal precedente 2,4%. Nessun dato, per il momento dagli USA, dove il rincaro in novembre si è attestato al 3,1%.
Nonostante questo nuovo aumento, esperti ed esperte non prevedono un aumento incontrollato dell’inflazione elvetica. L’attuale aumento annuale dei prezzi è dovuto principalmente al cosiddetto effetto base del costo dell’energia: dopo un calo molto forte nell’ultimo mese del 2022 questi oneri hanno nuovamente contribuito all’inflazione, scrivono ad esempio gli analisti di Raiffeisen. Altri motivi citati dagli economisti sono gli aumenti dei prezzi dei trasporti pubblici, la riduzione degli sconti dopo il periodo del Black Friday e la crescita generale dei prezzi nel settore dei servizi.
A detta all’esperto di Swiss Life Marc Brütsch è probabile che i prezzi aumentino ancora in gennaio: a suo avviso il tasso di inflazione salirà al 2,2% a causa del rincaro dell’elettricità, delle tariffe postali e della progressione dell’IVA. Un incremento che sarà però solo di natura temporanea. La stessa opinione viene condivisa anche dai colleghi. “Nel complesso, non vi sono segnali di un’inversione di tendenza nella dinamica dei prezzi”, afferma Alexander Koch di Raiffeisen. La maggior parte delle previsioni attualmente stima un’inflazione media inferiore al 2% nel 2024, livello che la Banca nazionale svizzera (BNS) considera il limite massimo per la stabilità dei prezzi.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Il comunicatoCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica.
- “Inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari, perché la Svizzera è così immune”: un articolo del mio collega Anand Chandrasekhar.

Per l’edizione 2024 del World Economic Forum (WEF) di Davos che si terrà dal 15 al 19 gennaio le autorità grigionesi avranno nuovamente a disposizione l’aiuto dell’esercito elvetico per garantire la sicurezza dell’evento. Oggi sono entrati in servizio la maggior parte dei soldati chiamati per l’occasione.
Diverse misure di sicurezza sono state adottate già prima di Natale, stando a una nota odierna del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), in cui si specifica che il Parlamento ha approvato un effettivo massimo di 5’000 soldati da impiegare fra il 9 e il 25 di gennaio a tutela della manifestazione e dei suoi ospiti.
La protezione del WEF si svolge anche nell’aria: le Forze aeree rafforzeranno il servizio di sorveglianza con jet da combattimento armati e in collaborazione con Austria e Italia. Le limitazioni dello spazio aereo sopra Davos saranno in vigore venerdì 12 gennaio, dalle ore 10.00 alle ore 17.00, e da sabato 13 gennaio, dalle ore 10.00, al più tardi fino a sabato 20 gennaio alle ore 17.00.
Come ogni anno, a Davos a si daranno appuntamento capi di Stato e di Governo, ministri, esponenti delle organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile. In particolare, la località turistica accoglierà anche i consiglieri della sicurezza nazionale di diversi Paesi per discutere dell’Ucraina. L’incontro, organizzato in maniera congiunta da Svizzera e dalla stessa Ucraina, sarà consacrato alla “Formula della pace in 10 punti” del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
- La notizia riportata dal portale online del Corriere del Ticino.Collegamento esterno
- La pagina ufficiale del WEFCollegamento esterno.
- La “Formula per la pace in 10 punti”Collegamento esterno di Zelensky.

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