
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Lavoro ormai da qualche anno e dal primo giorno di lavoro a oggi il numero di anni che dovrò lavorare è già aumentato. Ho ancora qualche decennio davanti a me, ma sembrerebbe che i tempi si dilateranno ulteriormente: secondo un'esperta di previdenza presso UBS, infatti, l'età del pensionamento è destinata ad aumentare e a deciderlo saranno le cittadine e i cittadini votanti più vecchi che magari in pensione ci saranno già andati. L'esperta consiglia a chi attualmente lavora investimenti in Borsa e… matrimoni solidi. Un divorzio, infatti, rischia di mettere sul lastrico le persone coinvolte. Se volete saperne di più, potete leggere tutti i consigli di Veronica Weisser in questo articolo.
Dal canto mio, vado a calcolare quando potrò andare in pensione (temo che il risultato mi renderà poco felice) e vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.

La corte del Tribunale militare 2, nel primo giorno del processo relativo allo schianto di un F/A-18, ha oggi respinto varie richieste della difesa. L’incidente era avvenuto nel 2016 nella regione del passo del Susten (tra i cantoni Berna e Uri) ed è costato la vita al pilota 27enne. Tra le richieste negate, quella di non riascoltare i periti, già espressisi compiutamente sulla vicenda prima del processo. Su questo aspetto gli avvocati dei due imputati non erano d’accordo tra loro.
Sul banco degli imputati siedono un controllore di Skyguide (l’autorità responsabile del controllo del traffico aereo civile e militare in Svizzera e nelle regioni limitrofe all’estero) e un pilota delle Forze aeree svizzere. I due sono accusati di omicidio colposo, inosservanza per negligenza di prescrizioni di servizio, perturbamento della circolazione pubblica nonché abuso e sperpero di materiali.
La tragedia si verificò il 29 agosto 2016 durante un addestramento al combattimento al quale partecipavano due jet militari. Il 27enne, in condizioni di scarsa visibilità, si scontrò contro una parete rocciosa.
Secondo l’accusa, l’incidente mortale è da ricondurre a una mancanza di attenzione da parte dei due imputati. Da un lato, il pilota leader (ossia quello che volava davanti), impedì, per non aver rispettato le prescrizioni nella procedura di decollo, alla vittima di collegarsi a lui via radar. Dall’altro, il controllore del traffico aereo fornì al 27enne una quota minima di volo troppo bassa.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: la scomparsa, le ricerche e il ritrovamento del velivolo.
- Le cause dell’incidenteCollegamento esterno spiegate sul sito del Consiglio federale.

La maggioranza dei Cantoni ha fatto poco o nulla per attuare la nuova legge sulle vie ciclabili (LVC). È quanto rileva oggi Pro Velo ricordando che la normativa, in vigore da poco più di un anno (ossia dal primo gennaio 2023), impone obblighi e scadenze.
La LCV incarica i Cantoni di pianificare reti ciclabili entro la fine del 2027 e di costruirle entro la fine del 2042, sottolinea in una nota l’associazione che difende gli interessi dei ciclisti. I Cantoni dovranno inoltre designare superfici per lo stazionamento delle due ruote e sostituire le piste che lo necessitano.
Dopo aver monitorato da vicino la situazione, Pro Velo rileva che la maggior parte dei Cantoni è in ritardo, anche se in alcune regioni sono già state adottate le prime leggi di applicazione della normativa federale. È il caso in particolare di Svitto, mentre il Consiglio di Stato di Glarona sottoporrà il progetto cantonale al legislativo quest’anno, in vista di una possibile entrata in vigore all’inizio del 2025.
Nella Svizzera occidentale, Friburgo ha adattato la sua legge sulla mobilità e la relativa ordinanza per essere in linea con la LVC. Anche i cantoni di Berna e Vallese hanno incorporato le disposizioni della LVC nella loro legislazione, ma non hanno ancora proceduto concretamente alla loro attuazione. Turgovia e Lucerna hanno dal canto loro annunciato che adatteranno le loro legislazioni alla LCV.
- Il comunicatoCollegamento esterno di Pro Velo Svizzera (in francese).
- La notiziaCollegamento esterno sul portale online del quotidiano laRegione.
- La pagina di Pro Velo SvizzeraCollegamento esterno.

Il pioniere svizzero dell’informatica Niklaus Wirth è morto all’età di 89 anni il giorno di Capodanno, ha fatto sapere oggi il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), confermando così una notizia diffusa da diversi media specializzati. “La Svizzera ha perso uno dei suoi più grandi pionieri dell’informatica”, ha commentato il portale inside-it.chCollegamento esterno.
Dal 1963 al 1967 Wirth è stato professore associato alla Stanford University in California e dal 1968 fino al suo pensionamento nel 1999 professore di informatica all’ETHZ. Nel 1970 progettò il linguaggio di programmazione Pascal che divenne uno dei linguaggi didattici più diffusi e diede forma allo sviluppo di altri linguaggi di programmazione, come indicava l’ETHZ in un ritratto del 2021.
Nel 1984 è stato la prima e finora unica persona proveniente dall’area germanofona a ricevere il Turing Award, una delle massime onorificenze in informatica al mondo, per lo sviluppo di diversi linguaggi di programmazione.
Wirth, originario di Winterthur, nel canton Zurigo, è noto anche per la pubblicazione dell’articolo “Program Development by Stepwise Refinement” (trad: Sviluppo di programmi attraverso il raffinamento progressivo), considerato un classico dell’ingegneria del software. È anche l’autore del volume Algorithms + Data Structures = Programs (trad.: Algoritmi + Strutture di Dati = Programmi), diventato un vero e proprio caposaldo della programmazione strutturata e dell’informatica in generale, su cui si sono formate intere generazioni di specialiste e specialisti IT e ancora oggi in uso, si legge su Wikipedia.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Il ritratto di WirthCollegamento esterno a cura dell’ETHZ.
- La pagina di WikipediaCollegamento esterno dedicata a Wirth.

Aiuto svizzero alla montagna ha sostenuto circa 280 impianti fotovoltaici realizzati da aziende di montagna nell’ambito di un programma per la promozione dell’energia solare lanciato la scorsa primavera.
Un programma che rappresenta una sfida per gli esperti ed esperte volontari della fondazione. “Durante l’estate sono stato impegnato il doppio del solito”, ha affermato Peter Pauli, responsabile del progetto per i due semicantoni di Appenzello, in un comunicato odierno.
Anche in altri settori il carico di lavoro dei 38 specialisti e specialiste che esaminano le richieste di sostegno e visitano le aziende agricole è aumentato in modo significativo. Aiuto svizzero alla montagna ha dedicato un totale di 1’800 ore di lavoro al programma solare e 7’600 a richieste in altri ambiti, con un totale di 550 progetti sostenuti in aggiunta ai 280 del programma solare.
Secondo il comunicato stampa, quest’ultimo ha riscosso un grande interesse fin dall’inizio e le prime aziende hanno presentato domande per impianti fotovoltaici appena il programma è stato lanciato. Finora i progetti sono stati realizzati principalmente nelle fattorie di montagna. L’Aiuto svizzero alla montagna, finanziato esclusivamente da donazioni, copre fino alla metà dei costi di investimento degli impianti. Gli aiuti vengono distribuiti tenendo conto della situazione finanziaria dei e delle richiedenti e delle sovvenzioni messe a disposizione dall’ente pubblico. Il programma solare è per il momento limitato alla fine del 2024.
- La notizia riportata dal portale bluenews.chCollegamento esterno.
- In questo articolo d’archivio di SWI Swissinfo.ch, la mia collega Sibilla Bondolfi racconta la storia di Aiuto svizzero alla montagna.
- La pagina di Aiuto svizzero alla montagnaCollegamento esterno.
- La pagina dedicata al Programma di energia solareCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Le centrali fotovoltaiche montane generano tensioni in Svizzera”.

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