Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
siamo celebri per la cosiddetta "democrazia diretta". Significa che votiamo più volte l'anno e che quindi riceviamo per posta pacchi più o meno voluminosi con le schede elettorali e una quantità di informazioni su ogni quesito, e su cosa consiglino di votare Governo e partiti. Inoltre, il Consiglio federale dedica a questa o quella iniziativa intere conferenze stampa. Ora un rapporto della Commissione della Gestione del Consiglio nazionale, la Camera bassa del Parlamento svizzero, bacchetta talune fra queste abitudini. La Commissione chiede meno propaganda governativa su imminenti votazioni. L'esecutivo federale ha ora tempo fino a febbraio per prendere posizione sull'inusuale critica istituzionale. C'è da sperare che lo faccia senza troppi giri di parole.
Multinazionali, case di moda e aziende farmaceutiche: l’hit parade annuale delle persone più ricche residenti in Svizzera incorona un nuovo vincitore fra i Paperon de’ Paperoni elvetici.
Ogni anno dal 1989, il periodico Bilanz pubblica la classifica delle 300 persone più ricche che vivono in Svizzera. L’edizione di quest’anno segna una flessione del 3% del loro patrimonio complessivo: da 821 miliardi di franchi dell’anno scorso, a 795 miliardi di franchi nel 2023.
Dopo 21 anni di dominio incontrastato della famiglia Kamprad, proprietaria della catena di arredamento Ikea, il primo posto nella tradizionale classifica è ora occupato da Gérard Wertheimer, comproprietario della casa di moda francese Chanel, residente a Ginevra.
Al secondo posto si collocano Oeri, Hoffmann e Duschmalé, ovvero le famiglie che si dividono il tesoro ereditario della Roche. Il loro patrimonio si è ridotto di quattro miliardi a causa della recente perdita di valore in borsa dell’azienda farmaceutica.
- La notizia da tvsvizzera.it.
- La classifica 2023 di BilanzCollegamento esterno (in tedesco, a pagamento).
- Perché la Svizzera è così ricca? Un documentario SRF con sottotitoli in italiano.
- Le fortune svizzere della famiglia italiana Aponte.
In occasione, il 25 novembre, della Giornata delle Nazioni Unite per l’eliminazione della violenza contro le donne, il punto sui dati del fenomeno nella Confederazione elvetica.
Nella stragrande maggioranza dei casi, la violenza contro donne e ragazze si svolge fra le mura di casa e nel 2022, la polizia svizzera ne ha registrati oltre 19’000 casi. Se il dato è confortante in comparazione con altri Paesi del continente, le organizzazioni che se ne occupano sottolineano un problema fondamentale: si tratta di numeri stabili, sui quali non sembrerebbero dunque avere un impatto le iniziative introdotte da istituzioni pubbliche e private.
E se si registra un aumento delle denunce e delle segnalazioni, al tempo stesso si segnala la cronica carenza di posti in strutture protette nelle quali donne, uomini e bambini possano essere accolti. In buona sostanza, nel 2022 tutti quelli disponibili erano occupati.
Per violenza domestica si intende la violenza fisica, psichica o sessuale all’interno di una famiglia, oppure in una relazione di coppia attuale o passata. Quasi la metà di tutti i reati violenti avviene in casa e oltre il 70 per cento delle vittime di violenza è rappresentato da donne e ragazze.
- L’approfondimento sui dati svizzeri della mia collega Sara Pasino.
- Qui ItaliaCollegamento esterno: la pagina dedicata al fenomeno dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
- Il vademecum di DAOCollegamento esterno, l’organizzazione mantello delle case-rifugio svizzere.
- Le informazioniCollegamento esterno nel sito dell’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo.
- Un rifugio per uomini in difficoltà, da SWI swissinfo.ch.
- “Gli ho chiesto di smetterla, mi ha riso in facciaCollegamento esterno“, una testimonianza da RSI.ch.
Amianto, fine pena mai: il Governo federale ha messo in consultazione una modifica di legge che punta a rimpolpare il fondo destinato alle vittime.
Messo al bando in Svizzera il primo marzo 1990, l’amianto continua a mietere vittime, dato il lungo periodo di incubazione tra l’esposizione al materiale e la comparsa dei primi sintomi. “Si stima che ogni anno fino a 170 persone sviluppino un mesotelioma maligno”, è la valutazione dell’Ufficio federale della sanità pubblica elvetico.
C’è allarme ora anche per la situazione del Fondo EFA, che è destinato al supporto di persone che si ammalano per le conseguenze dell’esposizione all’amianto, ma che non sono entrate in contatto con il materiale durante la loro attività professionale. Il Fondo, alimentato da donazioni volontarie in particolare da parte di aziende che lo lavoravano, del settore assicurativo, di aziende ferroviarie o commissioni paritetiche, non ha sufficienti denari per fare fronte alle necessità delle vittime.
Dal 2016 ad oggi, nel Fondo sono confluiti circa 26 milioni di franchi. Ma secondo l’EFA: “entro il 2030 avremo bisogno di circa 50 milioni supplementari“. La modifica di legge richiesta dal Consiglio federale consentirebbe all’istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva) di contribuire finanziariamente al Fondo EFA.
- L’articolo del mio collega Daniele Mariani per tvsvizzera.it.
- La complessa saga giudiziaria dell’imprenditore svizzero Schmidheiny.
- Il dossier amiantoCollegamento esterno, in italiano sul sito della Suva.
Fertilità e mondo del lavoro, in Svizzera sempre più aziende offrono alle collaboratrici la possibilità di congelare gratuitamente degli ovociti. C’è polemica sugli aspetti etici della questione.
È una delle molte tecniche che fanno parte della medicina della riproduzione. Ma il prelievo di ovociti è diventato negli ultimi due decenni popolare anche laddove non ci siano conclamati problemi di infertilità. Nei Paesi benestanti, vi fanno infatti ricorso molte donne per tentare di assicurarsi la possibilità di una gravidanza anche in un momento successivo della propria vita.
Emerge ora che sono sempre più numerose le aziende che in Svizzera offrono alle loro collaboratrici la possibilità di fare gratuitamente ricorso alla pratica, il cui costo si aggira sui 10’000 franchi. “La Commissione nazionale di etica è piuttosto scettica”, ha però dichiarato all’agenzia di stampa Keystone-ATS il suo vicepresidente Markus Zimmermann. Il dottore in teologia teme una forma di pressione sulle collaboratrici, spinte implicitamente a privilegiare la carriera.
Peggiora la situazione, il fatto che non c’è garanzia che gli ovociti congelati consentano effettivamente l’avvio di una gravidanza.
- La notizia da tvsvizzera.it.
- Fecondazione assistita, cosa è consentito in Svizzera? Un approfondimento del mio collega Riccardo Franciolli per tvsvizzera.it.
- “Una vita con il freno a mano tirato“, la storia di una coppia che è ricorsa alla fecondazione assistita, da SWI swissinfo.ch.
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