La televisione svizzera per l’Italia

E la persona più ricca in Svizzera è…

donna impellicciata con due cani tra le braccia
Il White Turf di Sankt Moritz, una competizione di cavalli, è un appuntamento imprescindibile per il jet set che frequenta la località engadinese. © Keystone / Peter Klaunzer

Dopo 21 anni di dominio incontrastato della famiglia Kamprad, proprietaria della catena di arredamento Ikea, il primo posto nella tradizionale classifica del mensile Bilanz è ora occupato da Gérard Wertheimer, comproprietario della casa di moda francese Chanel.

Il 73enne francese, che vive a Ginevra, si vede attribuire un patrimonio stimato tra i 41 e i 42 miliardi di franchi, 3 miliardi in più del 2022, quando era ancora al secondo posto. Nel frattempo, Peter, Jonas e Mathias Kamprad, i figli del fondatore di Ikea Ingvar Kamprad, deceduto nel 2018, vedono il valore dei loro attivi precipitare da oltre 50 miliardi a soli 13-14 miliardi. Il motivo di questo brusco calo è una rivalutazione della loro situazione patrimoniale: secondo il periodico zurigheseCollegamento esterno, da venerdì in edicola, gran parte del capitale risulta infatti custodito in una fondazione a cui la famiglia non ha accesso.

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Patrimonio globale in leggero calo

Complessivamente, gli averi dei 300 svizzeri più ricchi presi in considerazione dalla graduatoria è sceso da 821 miliardi di franchi dell’anno scorso a 795 miliardi di franchi nel 2023. Questa contrazione, pari a poco più del 3%, è la seconda consecutiva, dopo 13 anni consecutivi di crescita.

Le famiglie Oeri, Hoffmann e Duschmalé hanno ad esempio perso molto terreno: il patrimonio degli eredi Roche si è ridotto di 4 miliardi, passando a 26-27 miliardi, a causa della perdita di valore in borsa della relativa azienda farmaceutica (il titolo di riferimento è sceso finora del 18% nel 2022). Malgrado ciò le famiglie legate a Roche vengono poste al secondo posto della classifica.

In terza posizione figura Klaus-Michael Kühne (24-25 miliardi), che ha potuto approfittare dell’aumento di corso dell’azione di Kühne+Nagel, colosso svittese della logistica da lui fondato. Seguono la famiglia libanese-brasiliana Safra (che nel 2011 ha rilevato la banca Sarasin) con 22-23 miliardi, la famiglia di origini italiane Aponte (compagnia di navigazione MSC, la più grande flotta di navi container) con 18-19 miliardi, la famiglia Bertarelli, pure di origini italiane, con 16 miliardi, Andrei Melnichenko (nato in Bielorussia risiede ora a St. Moritz, ha fondato Eurochem, gigante dei fertilizzanti) con 16 miliardi, Jorge Lemann (partecipazioni in Burger King e Heinz), con 15-16 miliardi, nonché la famiglia Blocher (EMS-Chemie, Dottikon ES) con 14-15 miliardi. Chiudono la top ten i già citati fratelli Kamprad.

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Diciannove new entry

Nella lista dei 300 sono entrati quest’anno 19 nuovi ricchi. Tra questi i presidenti dei consigli di amministrazione di Partners Group Steffen Meister (patrimonio stimato a 350-400 milioni) e di UBS Colm Kelleher (150-200 milioni). Può contare sulla stessa ricchezza anche l’amministratore delegato di UBS Sergio Ermotti, che era però già in classifica dal 2019. Cinque dei nuovi entrati giungono dalla Norvegia, sulla scia dell’inasprimento della pressione fiscale nel paese nordico.

La classifica di Bilanz esiste dal 1989: inizialmente erano elencate le 100 personalità più ricche, ma più tardi il numero delle persone e famiglie sotto osservazione è passato a 300. Nel primo anno preso in esame, gli allora 100 più facoltosi abitanti del paese avevano 66 miliardi, pari a 0,7 miliardi a testa. La concentrazione di denaro ha fatto sì che oggi i due più ricchi abbiano da soli beni superiori a quanto avessero nell’anno della caduta del muro di Berlino tutti e 100 gli allora più facoltosi abitanti della Confederazione.

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