
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
il tempo stringe… Tra 250 milioni di anni i mammiferi (essere umano compreso) scompariranno dalla faccia della Terra perché, secondo la rivista Nature Geoscience, le temperature saranno troppo elevate per la sopravvivenza di ogni essere vivente.
Certo, un problema che non ci tocca, ma i nipoti dei nipoti dei nipoti… dei nipoti… dei nipoti… dei nostri nipoti – ho perso il conto – avranno parecchie gatte da pelare.
Quelle di svizzere e svizzeri in questo momento, come potete vedere in una delle notizie che seguono, riguardano invece soprattutto gli aumenti dei premi delle assicurazioni sanitarie. Buona lettura!

Era atteso ed è puntualmente arrivato: oggi l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha annunciato che nel 2024 i premi dell’assicurazione malattia aumenteranno in media dell’8,7%. Il Ticino, confermando una tendenza degli ultimi anni, sarà il cantone con il più grande incremento (+10,5%). I cantoni di Basilea Città (+6,5%), Appenzello Interno (+6,5%) e Obvaldo (+6,7%) sono quelli che se la passano meglio.
Nulla di nuovo, in realtà: ogni anno i costi della salute aumentano, e con essi i costi delle casse malati. Una situazione che preoccupa la popolazione elvetica, che deve dedicare a questa spesa (obbligatoria) una fetta sempre più grande dei propri guadagni.
Stando a Santésuisse, l’associazione mantello degli assicuratori malattia, sono l’aumento della burocrazia, la non disponibilità di farmaci a basso prezzo, l’aumento delle psicoterapie, l’attuazione dell’iniziativa sulle cure infermieristiche e il maggior numero di persone con disturbi diffusi ad aver portato a questa nuova impennata, che le casse malati dicono di non poter coprire a causa della riduzione delle loro riserve.
Il caso svizzero, poi, è particolare: oltre all’obbligatorietà dell’assicurazione, gli e le pazienti devono comunque assumersi una parte dei costi (franchigia + aliquota) e, a differenza di altri Paesi, i premi non vengono calcolati in base ai salari. Diverse le soluzioni proposte in questi anni, dalla cassa malati unica, a quella “low cost” (che copre solo alcune prestazioni di base), a quella che chiede che i premi non superino il 10% del salario.
- Gli aumenti annunciati martedì sul portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Da SWI swissinfo.ch: “L’aumento delle spese sanitarie pesa sempre di più su svizzeri e svizzere”.
- In questo suo articolo, il mio collega Riccardo Franciolli spiega il funzionamento del sistema sanitario elvetico.

Oltre la metà degli edifici abitativi in Svizzera si riscalda con energie fossili, stando a quanto comunicato oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST).
Il 57% delle case uni- e bifamigliari e dei palazzi in Svizzera (1,79 milioni per un totale di 4,74 milioni di abitazioni) dipendeva per il riscaldamento, alla fine del 2022, dalla nafta (39%), dal gas (18%) o da una termopompa (19%).
Anche se l’olio da riscaldamento rimane la fonte principale, negli ultimi 40 anni è in costante diminuzione, mentre la quota del gas è raddoppiata nel giro di 30 anni. Dal 2000 a oggi, la percentuale di edifici collegati a una pompa di calore è d’altronde quadruplicata e corrisponde addirittura ai tre quarti degli immobili costruiti nell’ultimo decennio.
La quota di gas varia fortemente secondo una ripartizione urbano-rurale. Nei Comuni urbani il 30% degli edifici si scalda a gas, contro solo il 4% di quelli rurali. La percentuale di pompe di calore maggiore è nel canton Friburgo (34%), che ha anche il parco immobiliare più recente, mentre Basilea Città (4%), che ha gli edifici più vetusti, è in fondo alla scala. Per quanto riguarda la nafta, sono i ticinesi a farne maggior uso (54%), seguiti dai giurassiani (51%).
- Lo studioCollegamento esterno dell’UST.
- La notiziaCollegamento esterno riportata dal portale tio.ch.
- Dagli archivi di TVS Tvsvizzera.it: “Una cartina climatica per capire quanto inquinano le case elvetiche”.

Il Consiglio degli Stati, dopo il Nazionale, ha dato il via libera oggi – con 25 voti a 15, e 3 astenuti – alla messa fuori servizio di 25 carri armati Leopard 2. La Confederazione potrà quindi rivenderli all’azienda tedesca Rheinmetall, ha spiegato la Consigliera federale Viola Amherd. SI tratta di “un contributo alla sicurezza dell’Europa compatibile con la neutralità elvetica e che non pregiudica la nostra sicurezza”.
La “ministra” della difesa ha spiegato, come già alla Camera del popolo nel giugno scorso, che la Germania non intende impiegare i carri armati in Ucraina. Questi mezzi, tuttavia, potranno essere rivenduti ad altri Paesi europei, ha aggiunto.
Alla base di questa operazione c’è la volontà di Berlino di ammodernare i carri che sostituiranno i Leopard tedeschi messi a disposizione di Kiev nella guerra contro la Russia.
La maggioranza crede che questa vendita non comprometterà la copertura del fabbisogno dell’esercito. Soltanto l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e alcuni rappresentanti del Partito liberale radicale (PLR, destra) hanno respinto la messa fuori servizio di questi mezzi blindati, sostenendo che la Svizzera ne ha ancora bisogno per la propria difesa. Per il democentrista svittese Alex Kuprecht, “non vi è la sicurezza assoluta che questi mezzi non finiranno prima o poi in Kosovo o addirittura in Ucraina”.
- La notizia su TVS Tvsvizzera.it.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch: “Come la guerra in Ucraina sta cambiando la Svizzera”.
- La richiesta della Germania è arrivata a maggio.

Il crollo dei mercati azionari nel 2022 ha portato alla riduzione della ricchezza globale (-2,7%) e la Svizzera non ne è stata esentata. Ciononostante, la popolazione elvetica resta la più benestante al mondo.
Stando al “Global Wealth Report” pubblicato oggi da Allianz, il patrimonio finanziario lordo delle persone in Svizzera è diminuito complessivamente del 2,1%. La flessione è dovuta unicamente ai titoli azionari, che hanno perso oltre il 12% del loro valore e nemmeno gli aumenti del 2% e 3% circa rispettivamente del valore dei depositi bancari e delle assicurazioni e pensioni sono riusciti a compensare il calo.
La Confederazione è la numero uno in classifica con un patrimonio lordo pro capite di oltre 356’000 euro (pari a poco meno di 345’000 franchi). Seguono gli Stati Uniti con l’equivalente di 308’000 euro e la Danimarca con 221’000 euro.
Al contempo, secondo lo studio dell’assicuratore tedesco, i debiti della popolazione elvetica sono aumentati del 2,9%: significa che l’evoluzione dei passivi è rallentata rispetto al +3,2% del 2021. Gli attivi netti (patrimoni lordi meno i debiti) pro capite sono così scesi del 4,4% a poco meno di 239’000 euro (231’000 franchi). Si tratta di un calo pari a quello registrato l’ultima volta nel 2008, nel pieno della crisi finanziaria.
- La notizia sul portale tio.chCollegamento esterno.
- Il Global Wealth Report 2023Collegamento esterno di Allianz.
- Dagli archivi di TVS Tvsvizzera.it: “Ecco chi sono i Paperoni che vivono in Svizzera”.

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