La televisione svizzera per l’Italia
Tre orologi Bucherer su un vassoio di velluto.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

ogni azienda ha le sue regole per l'utilizzo dei social media da parte del personale. Pure fuori dall'orario di lavoro, in genere sarai tenuto a contenere le esternazioni o quanto meno ad evitare mosse che potrebbero danneggiare la reputazione di chi ti dà uno stipendio. Oggi in Svizzera si è parlato di uno scivolone che ha coinvolto la SWISS, il social media Instagram e un gruppo di dipendenti della compagnia elvetica. Durante uno scalo a Buenos Aires, evidentemente di buon umore, si sono esibiti in balletti singoli e in coppia sull'ala di un aereo fermo sulla pista. La performance è stata filmata dalla sala d'attesa dell'aeroporto, in poche ore è diventata popolare sui social media, e l'azienda non l'ha presa bene. Promette indagini, lamenta il danno d'immagine e sottolinea i rischi, dato che l'improvvisata balera era a cinque metri dal suolo. È bello quando ti trovi così bene nel tuo gruppo di lavoro, da poterti anche divertire insieme. Resta la riflessione sulla nostra digitale vita quotidiana. 20 anni fa, la marachella avrebbe prodotto qualche foto da far vedere in famiglia, invece di una gaffe internazionale.

Donna mostra foto dei magistrati anti-mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono diventati simbolo della lotta alla mafia, qui in una manifestazione a Palermo il 16 gennaio 2023. Lapresse

Un’inchiesta della magistratura italiana solleva il velo sulle nuove strade che la finanza digitale ha aperto alla criminalità organizzata. Anche in Svizzera, le piattaforme digitali sarebbero diventate un ulteriore mezzo usato dalle mafie per riciclare denaro proveniente da attività illecite.

Un centinaio di persone indagate, 43 arrestate e fra loro ci sono anche due esperti di informatica, un 45enne italiano e un 57enne tedesco. L’inchiesta “Glicine-Acheronte” attorno agli affari della ‘ndrangheta nella provincia di Crotone, in Calabria, sta portando alla ribalta il ruolo che le nuove tecnologie rivestono negli affari della criminalità organizzata.

Si parla di un fiume di denaro, frutto del traffico di stupefacenti, da riciclare – anche sfruttando le nuove tecnologie, in particolare le piattaforme di commercio finanziario online clandestine. Insieme a truffe sul meccanismo della fideiussione bancaria, e manipolazioni con carte di credito e conti bancari inattivi. Una miniera di risorse innovative, insomma, che conferma come le mafie continuino a modificare i loro metodi in funzione dei cambiamenti della società.

Intervistato dalla Radiotelevisione svizzera di servizio pubblico RSI, il presidente dell’Associazione bancaria ticinese Alberto Petruzzella ha sottolineato che è aumentato il livello di sofisticazione e che i tempi sono decisamente cambiati: “Non c’è più il personaggio che si presenta in banca con la coppola e una valigetta di soldi da riciclare”, ha commentato.

Tre orologi Bucherer su un vassoio di velluto.
Vassoio e guanti per tre orologi della marca di lusso Bucherer. Ppr Media Relations Ag

Un colosso dell’orologeria svizzera ne ha comprato un altro. Il leader del mercato Rolex ha acquistato il marchio di lusso Bucherer, che produce e vende orologi e gioielli. L’importo della transazione è confidenziale.

È un piccolo tsunami per l’industria globale dell’orologeria di alta gamma. L’agenzia di stampa Bloomberg ha per prima annunciato un’acquisizione che promette di scuotere i mercati internazionali. Raccontano gli addetti ai lavori, che la famiglia proprietaria di Bucherer aveva deciso di vendere e che Rolex, con la quale già collaborava, è stata ben contenta di comprare.

A parte l’importo, tuttora sconosciuto ma evidentemente a molti zeri, l’acquisizione ha un notevole peso per il mercato dell’orologeria e per il posizionamento di Rolex. Era già un campione internazionale di incassi, ma con l’acquisto di ieri ha potenziato il suo profilo commerciale. Non solo per le caratteristiche di Bucherer, un marchio storico nella tradizione del gran lusso.

C’è che Rolex, nonostante produca ogni anno oltre un milione di orologi per un fatturato che supera i nove miliardi di franchi, ha posseduto finora solo un punto vendita aziendale, a Ginevra. Per il resto, la ditta si è sempre affidata a negozi convenzionati, fra i quali proprio quelli che finora appartenevano da generazioni alla famiglia svizzera Bucherer. Le cose potrebbero ora cambiare, visto che Bucherer ha portato in dote oltre 100 punti vendita sparsi per il pianeta.

Donna lavora al computer in un ufficio.
Dall’Italia arrivano in Svizzera soprattutto lavoratori e lavoratrici del settore terziario. © Keystone / Gaetan Bally

Cinque cose da sapere sulla manodopera straniera in Svizzera: il punto su che tipo di lavoratori e lavoratrici, e da quali Paesi, sono particolarmente richiesti nella Confederazione.

Una cronica mancanza di personale nella maggioranza dei settori, per un mercato del lavoro che continua a segnalare un eccellente stato di salute. La Svizzera si conferma in controtendenza nel continente Europa, grazie ai molti indicatori che confermano che nel Paese, l’economia va bene. L’Ufficio federale di statistica ha di recente pubblicato un’interessante analisi sulle caratteristiche della forza lavoro straniera nel Paese, guardando da vicino le 25 nazionalità più presenti.

I dati si riferiscono al periodo 2018-2022 e riguardano 1,12 milioni sul totale di 1,77 milioni di persone che lavorano nella Confederazione pur non avendo un passaporto rossocrociato. L’analisi ha messo in rilievo differenze notevoli a seconda della nazionalità. Le persone provenienti dagli Stati dell’Unione Europea tendono ad avere i tassi di occupazione più alti in Svizzera, e le italiane e gli italiani guidano la classifica, seguiti da forza lavoro dal Portogallo e dalla Germania.

Per quanto riguarda il tipo di occupazione, la maggior parte delle persone che arrivano dall’Italia lavorano oggi nel settore terziario elvetico, che comprende i servizi legati al trasporto e al commercio, alle banche e alle assicurazioni, nonché a sanità, istruzione e turismo. Poco più di un quarto, ovvero il 26,5%, ricopre funzioni dirigenziali.


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