La televisione svizzera per l’Italia
ragazzo si tuffa in acqua. in foto il momento dell impatto

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

ho sempre voluto visitare l'Australia, ma continuo a esitare perché ho una paura blu di serpenti, ragni, insetti & co. Non pensavo, però, che avrei dovuto preoccuparmi di questi incontri anche qua in Svizzera, eppure… Nella città di Kriens (canton Lucerna) è stato avvistato aggirarsi per le vie un pitone di un metro e mezzo di lunghezza che era fuggito dal suo terrario. Il proprietario dell'animale ora dovrà fare i conti con l'accusa di reato contro la Legge sulla protezione degli animali.  

Intanto a me si è sbloccata una nuova paura… Sperando di non averla trasmessa anche a voi, vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.  

busta di corrispondenza di serafe
© Keystone / Gaetan Bally

L’iniziativa popolare “200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)” che chiede di ridurre il canone radio-televisivo da 335 a 200 franchi all’anno è stata depositata oggi alla Cancelleria federale. Secondo i promotori sono state raccolte oltre 128’000 firme

Il testo fa seguito all’iniziativa “No Billag”, che intendeva abolire del tutto la tassa di ricezione, e che nel marzo 2018 era stata respinta dal 71,6% dei cittadini e delle cittadine. Il lancio di “200 franchi bastano!” è stato ideato dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), dall’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e dai giovani liberali-radicali. 

“La rapidità con cui sono state raccolte le firme – 13 mesi – dimostra quanto la popolazione desideri una riduzione del canone”, ha indicato il consigliere nazionale democentrista zurighese Thomas Matter citato in un comunicato. Per il “senatore” e presidente dell’UDC Marco Chiesa l’iniziativa era attesa da tempo. Il ticinese ha ricordato come l’offerta mediatica e il consumo della popolazione siano oggi cambiati. 

“L’iniziativa è importante perché esenta le aziende e le imprese dal prelievo della SSR”, afferma da parte sua la consigliera nazionale basilese Daniela Schneeberger (PLR), vicepresidente dell’USAM. La basilese ritiene che la tassa di ricezione, attualmente calcolata in base al fatturato, corrisponda per gli imprenditori a una “inammissibile doppia imposizione”, dato che essi pagano già il canone come privati. 

balcone di palazzina con cartello in affitto
© Keystone / Salvatore Di Nolfi

Gli affitti in Svizzera aumenteranno nuovamente nel 2024: dopo un sensibile incremento già nella prima parte dell’anno, non è escluso un ulteriore ritocco in autunno. È quanto emerge da un’analisi della banca Raiffeisen, che prevede un aumento totale dell’8%. 

Già in questo momento gli uffici di conciliazione per questioni relative agli affitti sono sommersi da ricorsi contro gli aumenti dei canoni di locazione in seguito al primo aumento del tasso d’interesse di riferimento ipotecario del 1. giugno 2023, scrivono gli esperti della banca in un comunicato odierno. 

“Nella maggior parte dei casi i locatori possono imporre senza problemi affitti più elevati perché il mercato degli appartamenti in locazione si sta prosciugando in ragione dell’elevato tasso di immigrazione, dell’insufficiente attività edilizia residenziale e del numero di nuove economie domestiche in forte crescita”, afferma Fredy Hasenmaile, capo economista Raiffeisen Svizzera, citato nella nota. 

Gli inquilini e le inquiline non possono quindi semplicemente trasferirsi in un appartamento più economico, tanto più che sia gli affitti in essere sia quelli di mercato aumentano già fortemente. “Solo il ripristino di un equilibrio tra domanda e offerta può frenare l’aumento delle pigioni su vasta scala: a tale scopo servono maggiori incentivi per tutti i costruttori. La politica, in particolare, dovrebbe stringere qualche bullone per raggiungere questo obiettivo”, sostiene lo specialista. Solo realizzando rapidamente un maggior numero di alloggi sarà possibile evitare le peggiori conseguenze dovute alla scarsità di appartamenti che si sta delineando”. 

bandiera svizzera con logo dell UDC internazionale al centro della croce bianca
Keystone / Jean-christophe Bott

In vista delle elezioni federali del prossimo 22 ottobre, SWI Swissinfo.ch lancia oggi una serie di articoli di presentazione delle sezioni (o delle loro reti) internazionali dei principali partiti del Paese. Oggi tocca all’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice).  

Il più grande partito del Paese – che ha ottenuto un quarto dei voti alle elezioni parlamentari del 2019 – ha una sezione internazionale dal 1992. Questa è equivalente a una tradizionale sezione cantonale in termini di diritti e doveri. Circa 370 svizzeri e svizzere all’estero sono membri dell’UDC internazionale. 

SWI swissinfo.ch ha parlato con la presidente della sezione internazionale, Inge Schütz, della visione del partito. Lei conosce bene i problemi degli svizzeri all’estero, avendo lei stessa vissuto in Svezia per 16 anni. Il partito non ha obiettivi specifici per le cittadine e i cittadini svizzeri all’estero, “perché i nostri temi sono internazionali”, sostiene. Una cosa è però chiara: quando si tratta di cooperazione internazionale, la sovranità svizzera rimane la pietra miliare della politica dell’UDC. 

L’UDC non è tuttavia favorevole ad alcune richieste specifiche avanzate dalle e dagli espatriati. In particolare, il partito è ostile all’introduzione generalizzata del voto elettronico, ma anche alla rappresentanza diretta della Quinta Svizzera in Parlamento e alla possibilità di affiliazione volontaria degli svizzeri all’estero all’assicurazione sanitaria rossocrociata. 

ragazzo si tuffa in acqua. in foto il momento dell impatto
Keystone / Roland Schlager

Le temperature sono calate molto in questi ultimi giorni, nonostante SRF Meteo non le avesse previste. “Siamo estremamente dispiaciuti”, ha dichiarato il suo responsabile Thomas Bucheli. Il meteorologo ha anche respinto in modo deciso le accuse avanzate un paio di settimane fa dal settimanale Weltwoche che accusava la trasmissione di diffondere dati sbagliati allo scopo di alimentare la discussione sui cambiamenti climatici.  

I valori eccessivamente elevati previsti per le città costiere del Mediterraneo, ha dichiarato Bucheli, sono stati il risultato di un errore tecnico. “Io e il mio team siamo interessati a previsioni il più esatte e accurate possibile”. 

Il team di SRF Meteo sta lavorando “a pieno regime” per correggere l’errore, che ha portato a prevedere temperature a volte superiori fino a 8 gradi rispetto a quelle effettivamente riscontrate.  

L’errore, riscontrato nell’algoritmo usato dall’app SRF Meteo per calcolare le temperature di circa 3 milioni di località all’estero, non ha interessato il territorio elvetico, come neppure le previsioni fatte di persona dalla squadra che le trasmette via radio e TV.  

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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