Il tasso di interesse di riferimento applicabile ai contratti di locazione è stato aumentato di un quarto di punto, ciò che apre la strada a un incremento degli affitti.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Il tasso è passato dall’1,25 all’1,5%, ha indicato giovedì in un comunicatoCollegamento esterno l’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB).
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Questo indicatore si basa sul tasso di interesse medio ponderato per le ipoteche in Svizzera, calcolato ogni trimestre, e funge da base per stabilire l’importo degli affitti nella Confederazione.
Quando è stato introdotto nel 2008, il tasso d’interesse di riferimento era del 3,5%. Da allora è sceso costantemente fino a raggiungere l’1,25% da marzo 2020. “Di conseguenza, i locatori hanno in linea di principio (…) il diritto di aumentare l’affitto di circa il 3%, a condizione che il canone attuale sia basato sul vecchio tasso di riferimento dell’1,25%”, spiega l’UFAB. Se l’affitto si basa su un vecchio tasso più alto di quello attuale, si ha diritto a una riduzione.
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Se il tasso viene aumentato, può essere aumentato solo l’affitto netto (escluse le spese di riscaldamento e le spese non incluse nel contratto di locazione). In concreto, un aumento del tasso di interesse di riferimento dall’1,25% all’1,5% comporta un incremento del canone di locazione del 3% (esclusi altri fattori di costo).
Un affitto mensile di 2’000 franchi può quindi, in linea di principio, essere aumentato di 60 franchi, con un costo aggiuntivo di 720 franchi in un anno. Ci sono poi altri fattori che possono portare a un adeguamento dell’affitto: l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo e l’aumento generale dei costi (il 40% del rincaro dall’ultimo adeguamento può essere trasferito sull’affitto).
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