
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
in queste ultime settimane vi ho spesso parlato di formaggi: dalla classifica controversa di un sito croato alla decisione di una corte di appello statunitense di non protegge il marchio “Gruyère” e di trattarlo come un nome comune.
Questo fine di settimana, proprio parlando di Gruyère, c’è stato un terribile incendio che ha devastato i depositi per la stagionatura del caseificio del villaggio friburghese di Vuisternens-en-Ogoz. Nel rogo sono andate perse ben 11'000 forme di formaggio di cui 5'986 forme di Gruyère DOP e 69 forme di Gruyère alpino. Un peccato davvero. Un dramma anche perché restano a casa 24 dipendenti.
Vi lascio ora al bollettino quotidiano che parla soprattutto di banche.

Uno dei principali azionisti di Credit Suisse ha venduto tutte le sue azioni: non crede in una ripresa della banca elvetica.
La società di investimento americana Harris Associates abbandona Credit Suisse. Stando al quotidiano inglese Financial Times la società basata a Chicago, che in passato figurava fra i principali azionisti della banca, ha venduto tutte le sue azioni. Così facendo ha messo nel contempo in dubbio il modello di affari dell’istituto.
Nell’estate del 2022, la Harris Associates aveva una partecipazione attorno 10%. In seguito, era scesa costantemente – soprattutto dopo l’entrata della Banca nazionale saudita – e nel gennaio di quest’anno la quota era passata sotto il 3%, facendo scattare la notifica obbligatoria alla borsa di Zurigo.
I vertici della società di investimento non credono nella ristrutturazioni della banca elvetica: “Ci si interroga sul futuro: ci sono stati grandi deflussi dalla gestione patrimoniale”, ha affermato David Herro, vicepresidente di Harris Associates. Lo stesso Herro non è convinto che l’ultima radicale ristrutturazione annunciata dalla banca possa risollevare le sorti dell’istituto. I due maggiori azionisti di Credit Suisse sono ora Saudi National Bank (10%) e Qatar Investment Authority (7%).
- La notizia lanciata da Financial TimesCollegamento esterno in inglese (a pagamento).
- Di questa nuova vicenda che coinvolge Credit Suisse hanno parlato un po’ tutti. Ecco il contributo di tio.chCollegamento esterno.
- “Credit Suisse, cose è andato storto?” Un contributo del collega Matthew Allen su SWI swissinfo.ch.

Secondo gli esperti, la Svizzera entro due o tre mesi dovrà affrontare una grave siccità.
Siamo a marzo e da inizio anno le precipitazioni sono state davvero poche. Tanto che la scarsità di pioggia sta seriamente preoccupando gli agricoltori. Secondo Massimiliano Zappa, idrologo presso l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), tra due o tre mesi le riserve di acqua saranno troppo scarse.
Il tutto però nasce dalle mancate nevicate di quest’inverno: “L’attuale carenza di neve comporta una grave penuria di acqua di scioglimento, fondamentale per coprire il fabbisogno stagionale in primavera”, ha detto Zappa in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano friburghese La Liberté. La situazione si fa critica come mostra la foto di due giorni fa del fiume Reno all’altezza di Buchs nel Canton San Gallo.
Per compensare le mancate nevicate e le scarse precipitazioni che hanno portato a questa carenza idrica, entro metà aprile sarebbero necessarie il doppio delle precipitazioni abituali. Zappa invita poi le autorità a introdurre tempestivamente delle restrizioni: se dovesse essere necessario, dovrebbero imporre già ad aprile il divieto di riempire le piscine, di innaffiare i giardini oppure di lavare le automobili.
- L’articolo della Liberté in francese (solo nella versione cartacea) è stato ripreso in italiano da ticinonews.chCollegamento esterno.
- Le preoccupazioni anche dei pescatori in un servizio della RSICollegamento esterno.
- La Svizzera si sta seccando come scrivono i miei colleghi Helen James e Balz Rigendinger su SWI wissinfo.ch.

Confermata la perdita di 132,5 miliardi di franchi della Banca nazionale svizzera.
Era stata annunciata più volte. Ora, come era nelle attese, è arrivata la conferma. I conti definitivi dell’esercizio 2022 – anno estremamente negativo per la Banca nazionale svizzera – si sono chiusi con una maxi-perdita di 132,5 miliardi di franchi, in linea con quanto già anticipato provvisoriamente il 9 gennaio.
Il pessimo risultato è dovuto soprattutto – e quasi unicamente – alla perdita sulle posizioni in valuta estera: la BNS ha registrato in questo settore una perdita di 131,5 miliardi di franchi. L’anno precedente in questo stesso settore la Banca aveva segnato un profitto di 25,7 miliardi di franchi.
Sebbene la legge sulla Banca nazionale preveda la distribuzione di un dividendo pari al 6% al massimo del capitale azionario e che l’importo residuo è ripartito in ragione di un terzo alla Confederazione e di due terzi ai Cantoni, considerati i risultati negativi, la Banca non può che confermare che non vi saranno distribuzioni di dividendi e soprattutto non ci saranno soldi per Confederazione e Cantoni.
- La conferma dei pessimi risultati della Banca nazionale sul Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- I risultati dell’esercizio 2022 della BNSCollegamento esterno.
- A gennaio le prime indiscrezioni sulla perdita miliardaria della BNS su TVS vsvizzera.it.

Alain Berset non è più il consigliere federale più popolare. Scalzato da Viola Amherd.
Gli scandali pesano anche in Svizzera. In particolare, il caso delle indiscrezioni al Dipartimento federale dell’Interno ha avuto un impatto sulla popolarità del titolare del Dipartimento, Alain Berset. Secondo un sondaggio di Tamedia e 20 Minuten, svolto tra il 15 e il 17 febbraio, a essere la più apprezzata ora è Viola Amherd, alla testa tra l’altro del Dipartimento della difesa.
Il friburghese Berset in questi anni è sempre stato il più popolare tra i suoi colleghi e colleghe, ma questa volta non è riuscito a “sopravvivere” all’ennesimo scandalo che lo ha coinvolto. Ora passa in terza posizione nei favori della popolazione. Meglio di lui anche la ministra delle finanze, la liberale Karin Keller-Sutter che mantiene il secondo posto.
Il sondaggio è andato oltre. Alla domanda se i consiglieri federali debbano essere rieletti dopo le elezioni federali di ottobre, il friburghese si piazza sempre al terzo posto con il 49% degli intervistati favorevole alla sua rielezione. Davanti a Berset vi sono ancora Viola Amherd (58%) e Karin Keller-Sutter (54%). L’ultima posizione è occupata dal ticinese Ignazio Cassis (33%).
- Il sondaggio sulla Basler ZeitungCollegamento esterno in tedesco è stato ripreso dalla RegioneCollegamento esterno.
- Lo scandalo che ha coinvolto Berset e il suo Dipartimento degli Interni su TVS tvsvizzera.it.
- Quando Berset alla guida di un piccolo aereo è stato scortato dai caccia francesi. Il caso sulla RSICollegamento esterno.

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