
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
sarà pure un luogo comune, ma gli orologi svizzeri all’estero piacciono e tanto. Prova ne sia che le esportazioni orologiere hanno registrato ancora una volta una solida progressione su base annua in gennaio, con un +8,6% a 1,86 miliardi di franchi.
E sapete chi sono gli amanti degli orologi elvetici? Ci risponde la Federazione dell'industria orologiera svizzera: la crescita è stata spinta da Stati Uniti, Hong Kong e Singapore. Ma i segnatempo elvetici vanno a gonfie vele anche in Giappone, nel Regno Unito e in Germania. E pure io – lo confesso – contribuisco nel mio piccolo a sostenere lo Swiss Made.

Con l’attuale finanziamento delle strutture ospedaliere, il sistema sanitario elvetico è condannato.
In un’intervista apparsa oggi sul quotidiano romando Le Temps la direttrice dell’associazione degli ospedali H+ Anne-Geneviève Bütikofer lancia un messaggio importante: il sistema sanitario svizzero è arrivato ai suoi limiti e a lungo termine, nella forma attuale, è condannato. Secondo Bütikofer, il finanziamento attuale degli ospedali non può perdurare altri venti o trent’anni.
La direttrice di H+ sottolinea che la politica deve smetterla di parlare unicamente di costi e deve trovare soluzioni alternative con tutte le parti in gioco. Quali sono i problemi maggiori? Anne-Geneviève Bütikofer cita i reparti di pronto soccorso sovraffollati, i posti letto indisponibili per la carenza di personale qualificato e un numero insufficiente di medici nelle cliniche psichiatriche.
A livello economico, la situazione non è delle migliori. “Gli ospedali – si lamenta Anne-Geneviève Bütikofer – devono fare i conti con un sottofinanziamento del 10% nel settore stazionario e del 30% in quello ambulatoriale“. Per la direttrice di H+ è poi giunto il momento di sostituire l’ormai “superato” Tarmed con il nuovo modello tariffario per le prestazioni mediche ambulatoriali Tardoc.
- L’intervista originale su Le TempsCollegamento esterno (in francese) ripresa in italiano da tvsvizzera.it.
- Ecco cosa fa l’associazione degli ospedali H+Collegamento esterno.
- Cos’è il TarmedCollegamento esterno? E il TardocCollegamento esterno?

Continua la costante crescita di lavoratori frontalieri in Svizzera. A fine 2022 erano 380’821.
La Svizzera continua ad essere lavorativamente attrattiva per gli abitanti dei Paesi confinanti. Nell’ultimo anno, infatti, il numero di lavoratori frontalieri è aumentato del 6,1% superando le 380’000 unità. Lo comunica oggi l’Ufficio federale di statistica. Sul totale delle persone occupate nella Confederazione, i frontalieri rappresentano ora il 7,3% della forza lavoro.
Nonostante la maggior parte dei Cantoni elvetici condividano i confini con un Paese straniero, circa il 60% della forza lavoro frontaliera straniera si concentra in tre soli Cantoni: il 27,4% nel Cantone di Ginevra, il 20,4% in Ticino e il 10,8% nel Canton Vaud. I frontalieri stranieri sono occupati soprattutto nel settore terziario (68,6%). Il 30,7% è attivo nel settore secondario e solo lo 0,7% nel settore primario.
Se poi guardiamo un po’ più indietro nel tempo, fa notare sempre l’Ufficio federale di statistica, negli ultimi cinque anni, il numero di frontalieri è aumentato di 59’700 persone, determinando una crescita del 18,6%. Un ultimo dato: più della metà di questi lavoratori stranieri abita in Francia (56,3%). Gli altri vivono soprattutto in Italia (23,5%), in Germania (17,1%) e in Austria (2,3%).
- Altri dati e cifre sul frontalierato nell’articolo apparso su tio.chCollegamento esterno.
- Tutti i dati del quarto trimestre del 2022 sul sito dell’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno.
- Ecco cosa cambia per i frontalieri italiani con il nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera in un contributo di tvsvizzera.it.

Volevano incassare una multa inflitta in Italia, condannati i dirigenti di una società di recupero crediti.
La notizia può interessare molti automobilisti che si sono visti infliggere multe in Italia. La Corte d’appello del Tribunale penale federale oggi ha infatti confermato la colpevolezza di due dirigenti della Creditreform Romandie, società di ricupero crediti di Losanna. Tre anni fa la società aveva intrapreso una procedura d’incasso nei confronti di un automobilista friburghese sanzionato dalla giustizia italiana per un’infrazione commessa a Torino nel 2018.
I giudici del Tribunale penale federale hanno sottolineato che l’inoltro di una fattura per la riscossione di una multa estera rappresenta un primo passo verso l’esecuzione di una decisione straniera su territorio elvetico. Un simile atto è soggetto a regole specifiche dell’assistenza giudiziaria in materia penale. I due dirigenti della Creditreform Romandie, non avendo presentato una richiesta pertinente all’Ufficio federale di giustizia, si sono resi punibili.
La Corte ha respinto anche l’eventualità dell’errore di diritto in quanto le informazioni a disposizione dei due dirigenti erano chiare e gli imputati, in qualità di specialisti della riscossione, sapevano o avrebbero dovuto sapere che prima ci si deve rivolgere all’Ufficio federale di giustizia, poi passare all’incasso. La sentenza non è ancora definitiva e può essere impugnata davanti al Tribunale federale di Losannna.
- La sentenza è stata ripresa da tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicato Collegamento esternodel Tribunale penale federale di Bellinzona.
- Ecco cosa fare se prendete una multa in Italia: i consigli del Touring Club SvizzeroCollegamento esterno.

Pierre Beck, ex vicepresidente di Exit Svizzera romanda, è stato assolto dalla giustizia ginevrina.
Pierre Beck è dunque stato assolto dopo una lunga procedura penale. La sentenza, che risale al 6 febbraio, è stata resa pubblica lunedì dalla Radiotelevisione della Svizzera romanda. L’ex vicepresidente dell’organizzazione di aiuto al suicidio ‘Exit Svizzera romanda’, medico oggi in pensione, aveva prescritto pentobarbital a una donna sana di 86 anni che voleva morire insieme al marito gravemente malato.
Ora, dopo una prima condanna, la Camera penale d’appello e di revisione di Ginevra considera che Beck non abbia violato la Legge federale sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope (LStup). I giudici hanno ritenuto che “il solo fatto che un medico prescriva il pentobarbital a una persona in buona salute, capace di discernimento e desiderosa di morire, non costituisce un comportamento punibile” ai sensi della LStup.
Beck era stato inizialmente condannato per aver prescritto il pentobarbital all’86enne in buona salute, ma decisa a morire contemporaneamente al marito gravemente malato. La donna si era autosomministrata il farmaco letale. Davanti al tribunale di prima istanza nel 2019, Beck si era difeso dicendo che la donna era molto determinata. Aveva detto chiaramente più volte che si sarebbe uccisa se non le fosse stato permesso di morire insieme al marito.
- Il contributo della Radiotelevisione svizzeraCollegamento esterno di lingua francese (RTS).
- La decisione del Tribunale federale che aveva annullato la condanna e rinviato davanti alla giustizia ginevrina il caso sulla RegioneCollegamento esterno.
- Aumentano i suicidi assistiti in Svizzera in un articolo di tvsvizzera.it.

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