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soccorsi

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

non conosco ovviamente la vostra situazione personale ma l’anno appena trascorso è stato positivo per la maggioranza degli svizzeri e delle svizzere. Ce lo dice un’indagine dell’istituto di ricerca Link secondo cui il 59% del campione interpellato valuta buono o molto buono il 2022 a livello personale. Solo il 15% esprime un giudizio negativo.

Risultati che, al netto delle crisi geopolitiche e dei timori di ordine economico, possono anche stupire. Nella vicina Germania, ad esempio, solo il 31% degli intervistati in un’analoga ricerca si dicono soddisfatti dell’anno passato.

Interessante poi scoprire che nella Confederazione l’82% delle persone è soddisfatto del proprio lavoro (gennaio 2023) e il 76% sostiene di avere raggiunto un equilibrio positivo tra attività professionale e famiglia.  

Tutti motivi, insomma, per guardare con un po’ più di fiducia anche al 2023 che, non nascondiamocelo, non è esente da situazioni problematiche la cui evoluzione è ancora tutta da decifrare. Intanto noi vi invitiamo a leggere la nostra selezione di notizie odierne dalla madrepatria.

soccorsi
© Keystone / Michael Buholzer

Nella notte è giunta all’aeroporto di Adana, in Turchia, la squadra di emergenza elvetica che si è aggiunta ai soccorritori provenienti da tutto il mondo per prestare aiuto alle popolazioni colpite dal catastrofico sisma che ha scosso il Medio Oriente.

Un’ottantina di esperti ed esperte e otto cani da ricerca, partiti in volo da Zurigo, saranno impegnati nella zona di Gaziantep, nel sud del Paese, dando così seguito alla richiesta di assistenza lanciata dalle autorità di Ankara.

Del gruppo fanno parte anche rappresentanti dell’Aiuto militare in caso di catastrofe dell’esercito svizzero. Sono stati preceduti da una squadra di ricognizione inviata dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), agenzia del Dipartimento federale degli esteri (DFAE). Sono in corso i preparativi per un’azione a sostegno della popolazione anche nella Siria settentrionale, dove l’intervento, per motivi geopolitici, si presenta più complicato.  

In totale sono 29 i militari elvetici impegnati nella regione di confine tra Turchia e Siria, secondo quanto ha precisato in mattinata Alessio Marazza, colonnello dello Stato Maggiore dell’Esercito, il cui compito principale è quello di estrarre dalle macerie le persone intrappolate con l’ausilio di frese per calcestruzzo e martelli perforatori che fanno parte del materiale trasportato dalla Svizzera. Intanto il bilancio delle vittime è purtroppo già salito a oltre 5’000 nei due Paesi flagellati dal sisma.

Bevande alcoliche
Keystone / Martin Ruetschi

Il divieto di vendita di bevande alcoliche nei negozi durante le ore notturne ha prodotto risultati incoraggianti nei cantoni in cui è stato introdotto e ora se ne chiede l’estensione a tutta la Confederazione.

A Ginevra e nel Canton Vaud, dove vige questa prescrizione (con alcune varianti, in particolare riguardo al vino la cui vendita a Losanna e dintorni non conosce limitazioni) si è riscontrata una diminuzione del 30% dei ricoveri ospedalieri dovuti a intossicazione da alcool e tra i giovani la percentuale risulta ancora più elevata, secondo i dati diffusi da Dipendenze Svizzera.

Per questi motivi la fondazione chiede che l’esperienza maturata in questi anni nei due cantoni francofoni venga seguita in tutto il Paese e che venga aumentato il prezzo degli alcolici. Ipotesi che non paiono però scontate viste le resistenze che vi sono a livello federale.

La proibizione, prevista nella revisione della legge sull’alcool, era stata rigettata nel 2015 dal Consiglio Nazionale (l’altra Camera era invece favorevole). E questo, nonostante la popolazione sia contraria, secondo il recente sondaggio condotto dall’Ufficio prevenzione infortuni (UPI), alla revoca del divieto di vendita di alcolici nelle aree di servizio autostradali decisa dal Parlamento.

disoccupati
Keystone / Andree-noelle Pot

A gennaio si è assistito a un lieve incremento della disoccupazione in Svizzera. A fine mese la quota dei e delle senza lavoro era infatti salita al 2,2%, vale a dire 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Per il resto dell’anno viene stimata una media del 2,3%.

Va comunque osservato che la situazione sul mercato del lavoro elvetico resta favorevole, in particolare nel raffronto con il gennaio del 2022, quando l’indice era al 2,7%. Qualche segnale però rende un po’ meno brillante il quadro. Gli iscritti e le iscritte agli uffici regionali di collocamento hanno superato le 100’000 unità (100’776, +3’835), vale a dire una soglia che non si vedeva più dallo scorso mese di aprile.

In crescita anche le cifre dei giovani e degli ultracinquantenni al beneficio delle rendite di disoccupazione, così come il numero delle persone in cerca di un’occupazione. È invece stato quasi completamente riassorbito il fenomeno, che era stato problematico durante i lunghi mesi della crisi pandemica, del lavoro ridotto (cassa integrazione).  

Malgrado il lieve aumento registrato in gennaio, indica la Segreteria di Stato dell’economia (SECO), in quasi tutti gli ambiti il livello della disoccupazione si è rivelato inferiore al periodo pre-crisi.

clima
Keystone / Anthony Anex

Per i disordini avvenuti ad opera degli attivisti e delle attiviste per il clima in un centro commerciale a Friburgo nel 2019 non c’è ancora la parola fine. La procura ha infatti deciso di ricorrere contro l’assoluzione di sette di loro decretata lo scorso novembre dalla corte d’appello cantonale.

I militanti, che in primo grado erano stati condannati a pene pecuniarie, si erano incatenati ai carrelli di un supermercato impedendo così alla clientela l’ingresso nella struttura commerciale della città sulla Sarina, durante i giorni caldi del Black Friday.

Secondo il procuratore cantonale, che si è rivolto alla suprema corte federale per dirimere la controversia, agli autori dell’azione dimostrativa è attribuibile il reato di coercizione.

Sempre in tema di tutela del clima c’è da registrare oggi l’occupazione di diverse aule del liceo di Zurigo da parte di un’ottantina di giovani attivisti. Lo scopo della protesta è quello di sensibilizzare il sistema educativo all’emergenza ambientale. In proposito hanno chiesto un incontro con la responsabile cantonale dell’istruzione, la consigliera di Stato Silvia Steiner.

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