La televisione svizzera per l’Italia
persone fotografate dall alto mentre piantano piantine nella sabbia

Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori, 

Puntuale, come ogni anno, è tornato anche questo 1. Febbraio 2023 il test delle sirene d'allarme in Svizzera. Ha funzionato tutto alla perfezione (c'erano dubbi forse?). 

Mi sono sempre chiesta, però, come reagiscono le persone che si trovano per caso in Svizzera e che non sanno che si tratta di un test. O ancora, come vive questo momento chi nella vita le sirene d'allarme le ha sentite non in situazione di test, ma in caso di pericolo vero, come per esempio rifugiate e rifugiati ucraini che si trovano attualmente nella Confederazione. Proprio per loro quest'anno il protocollo è stato modificato: le informazioni relative al test sono state diramate non solo nelle lingue nazionali, ma anche in ucraino. 

Ora vi lascio invece alla lettura delle notizie del giorno. 

due persone in controluce sotto un arcata
© Keystone / Christian Beutler

La diminuzione dei rischi legati alla pandemia ha fatto crescere il sentimento di fiducia della popolazione elvetica, ma non tutte le generazioni la pensano allo stesso modo. Tra le e i giovani il pessimismo è in aumento. È quanto emerge dalla ricerca pubblicata  mercoledì dalla “Casa delle generazioni” (GenerationenHaus) di Berna.  

Lo studio, che non ha preso in considerazione la Svizzera italiana, sottolinea che la cosiddetta “generazione Z” – che include le persone di età compresa tra i 18 e i 25 anni – non è particolarmente fiduciosa per quel che concerne il futuro: nel 2021 il 43% di loro  vedeva ancora l’avvenire in modo piuttosto positivo. Nel 2022 erano solo il 19%. 

I giovani adulti si sentono sempre più discriminati nel mondo del lavoro, denunciano una mancanza di prospettive future e non si sentono sufficientemente compresi.

Oltre la metà delle e degli intervistati tra i 18 e i 25 anni ritiene inoltre che in Svizzera esista un fossato generazionale. Un livello d’insoddisfazione per l’equilibrio tra le generazioni così alto non era mai stato raggiunto nelle indagini precedenti. 

cartello cons critta frontalieri
© Keystone / Gaetan Bally

Il Senato italiano ha dato il via libera al disegno di legge (DDL) per la rattifica dell’accordo tra Svizzera e Italia sull’imposizione dei lavoratori e delle lavoratrici transfrontalieri e del Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Stati per evitare le doppie imposizioni e per regolare alcune questioni legate alle imposte sul reddito e sul patrimonio.  

Il voto è stato unanime (i “sì” sono stati 142). C’è stato un contrario, ma si è trattato di un errore. Il nuovo accordo, che va a sostituire quello stilato nel 1974, passa ora alla Camera.  

“La ratifica del trattato con la Svizzera sui lavoratori transfrontalieri costituisce un importante avanzamento del sistema dei diritti e delle garanzie per i 68’000 italiani che ogni giorno vanno a lavorare nella Confederazione elvetica”, ha dichiarato il senatore del Partito democratico (PD), Enrico Borghi.   

A differenza del testo del 1974, che regolava soltanto il trattamento di lavoratori e lavoratrici italiani impiegati in territorio elvetico, quello attuale prende in considerazione anche svizzere e svizzeri che lavorano in Italia.  

persone fotografate dall alto mentre piantano piantine nella sabbia
Keystone / Mast Irham

Quattro cittadini indonesiani hanno sporto denuncia contro Holcim perché considerano il produttore di cemento come responsabile dei danni causati dai cambiamenti climatici sulla loro isola (Pulau PariCollegamento esterno), regolarmente allagata a causa dell’innalzamento delle acque. Accuse che però Holcim respinge. 

I querelanti chiedono all’azienda (che ha sede a Zugo) “un risarcimento proporzionale ai danni causati dal cambiamento climatico e una partecipazione al finanziamento delle misure di protezione contro le inondazioni”, hanno indicato mercoledì in un comunicato tre ONG che sostengono questi abitanti dell’isola a nord-ovest di Jakarta.  Si tratta del primo procedimento civile avviato in Svizzera contro una multinazionale per il suo ruolo nel riscaldamento globale. La causa è stata depositata lunedì presso il tribunale cantonale di Zugo. 

Per gli abitanti di Pulau Pari, allagata più volte nell’ultimo anno con gravi conseguenze, non ci sono dubbi: questi disastri si verificheranno sempre più spesso durante i temporali, a causa dell’innalzamento del livello del mare causato dal riscaldamento globale.  

Riscaldamento globale per il quale Holcim, leader mondiale del cemento e una delle 50 aziende che emettono più CO2 al mondo, è corresponsabile. E di conseguenza anche della situazione critica dell’isola

fornello a gas
© Keystone / Jean-christophe Bott

Il Consiglio federale ha adottato oggi una legge che prevede l’obbligo per la Svizzera di costituire anche per il 2023/2024 una riserva di gas per l’inverno in modo da scongiurare eventuali difficoltà future di approvvigionamento di energie fossili.  

Ricordiamo che la Confederazione si rifornisce di gas quasi esclusivamente all’estero, principalmente tramite la Germania e non dispone di impianti di stoccaggio propri. La riserva massima di cui può disporre all’estero è di 6 TWh, che coprirebbero il 15% del consumo annuo elvetico (circa 35 TWh).  

La quantità di riserve della Svizzera è compatibile con quanto accade nell’UE, che obbliga i suoi Stati membri che non possiedono impianti di stoccaggio interni a tenere in riserva in altri Paesi appartenenti alla Comunità il 15% del proprio consumo annuo.  

I cinque gestori regionali delle reti del gas – Erdgas Ostschweiz AG (EGO), Gasverbund Mittelland AG (GVM), Gaznat SA, Erdgas Zentralschweiz AG (EGZ), Aziende Industriali di Lugano SA (AIL) – devono garantire la riserva di gas naturale. Nel caso in cui questo comportasse costi aggiuntivi, sono autorizzati a trasferirli sul consumatore finale.   

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