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Fisco, via libera del Senato all’intesa sui frontalieri

Code alla dogana di Chiasso
Code alla dogana di Chiasso tvsvizzera

L’intesa italosvizzera sul nuovo regime fiscale dei frontalieri e delle frontaliere, già ratificato dalle Camere federali, ha superato il primo scoglio a Roma.

Il Senato lo ha adottato mercoledì mattina quasi all’unanimità – 142 voti a favore, uno contrario (ma si è trattato di un errore, secondo quanto narrano le cronache parlamentari) e un astenuto – e ora è attesa l’analoga decisione della Camera dei deputati dove il testo è stato trasmesso.

A questo punto, a meno di improbabili e remoti colpi di scena dell’ultima ora, la nuova disciplina tributaria, che di fatto abolisce la tassazione esclusiva della Confederazione per questa categoria di dipendenti sancita dall’accordo risalente al 1974, entrerà in vigore dal prossimo 1° gennaio.

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Vecchi e nuovi frontalieri/e

Con una sostanziale eccezione. Le nuove norme non si applicheranno ai frontalieri e alle frontaliere che svolgono o hanno svolto un’attività nella Confederazione tra il 31 dicembre 2018 e l’entrata in vigore dell’accordo.

L’introduzione del regime transitorio a favore degli attuali pendolari italiani, che temevano un pesante aggravio fiscale nei loro confronti, è stato infatti il grimaldello politico che ha consentito di superare le resistenze che impedivano a Roma di ratificare l’intesa del 2015, cui si ispira ampiamente il testo sottoscritto il 23 dicembre 2020 dall’allora viceministro dell’economia Antonio Misiani e dalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali Daniela Stoffel. Non a caso il Senato, dopo il parere favorevole delle commissioni competenti (Esteri e Finanze), ha plebiscitato – da destra a sinistra – il documento.

Adesioni da tutti i partiti

La ratifica del trattato con la Svizzera sui lavoratori transfrontalieri “costituisce un importante avanzamento del sistema dei diritti e delle garanzie” per i 68’000 lombardi che ogni giorno vanno a lavorare nella Confederazione elvetica dai comuni limitrofi sul nostro territorio nazionale, ha affermato il senatore del Partito democratico italiano (Pd) Enrico Borghi.

Per Roberto Rosso (Forza Italia) l’intesa segna “un passo avanti importante”, ma sarà necessario in futuro implementare nuovi accordi con la Svizzera per il ricorso al telelavoro e introdurre misure “per una ulteriore e più marcata fiscalità agevolata per le imprese di quei comuni delle vallate a ridosso del confine, in modo da creare maggiore occupazione, ridurre lo spopolamento e favorire lo sviluppo economico”.

Cosa cambia?

Tra le novità dell’intesa c’è l’incremento della quota di imposte spettante ai cantoni – dal 61,2% all’80% – sui redditi dei lavoratori e delle lavoratrici transnazionali residenti entro i 20 chilometri dalla frontiera da parte dei cantoni svizzeri. Salari che saranno a loro volta tassati – è questa la novità più significativa – anche dal fisco italiano (dedotta una franchigia di 10’000 euro e la quota trattenuta alla fonte dalla Confederazione).

Anche le compensazioni finanziarie (ristorni) versate da Ticino, Vallese e Grigioni ai Comuni italiani a ridosso del confine verranno progressivamente soppresse (entro il 2034) man mano che la riforma andrà a regime. Da ultimo viene fissato anche il principio di reciprocità: le nuove norme saranno applicate anche ai residenti nella Confederazione che svolgono un’attività professionale nel Belpaese.

L’accordo fiscale sui frontalieri sul versante elvetico era già stato adottato in via definitiva dal Consiglio degli Stati il 13 dicembre 2021 e dal Consiglio Nazionale il 1° marzo dello scorso anno. I ritardi in Italia, al di là delle resistenze politiche affiorate localmente che ne hanno rallentato l’iter, sono stati causati anche dai continui cambi di governo.

Altri sviluppi

Passi avanti anche sul telelavoro

Va aggiunto che, contestualmente alla discussione sul nuovo regime tributario dei frontalieri, sono stati approvati dai senatori gli annunciati ordini del giorno di Pd, Lega e 5 stelle che chiedevano al Governo di attivarsi per raggiungere presto una nuova intesa con Berna sul telelavoro, dopo il mancato rinnovo dell’accordo amichevole che consentiva a questa categoria di lavoratori di non subire conseguenze fiscali (negative) per l’attività svolta da casa. Novità su questa tematica potrebbero arrivare già nelle prossime settimane.

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