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scioglimento dei ghiacciai alpini

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

il cosiddetto Black Friday, il venerdì nero dei grandi sconti, è alle porte e molti di noi hanno aspettato proprio quest’occasione per un acquisto necessario oppure per togliersi qualche sfizio. Ma "come cittadini di questo paese dobbiamo chiederci se questa marea di pacchi abbia senso alla luce dei sempre più evidenti cambiamenti climatici. Sono necessarie misure per contrastare questo fenomeno".

A sostenerlo non è un esponente del partito ecologista o di qualche ONG impegnata contro il cambiamento climatico. Bensì Tilmann Schultze, il presidente della filiale svizzera del corriere DPD, azienda di distribuzione che in questo periodo trasporta il 50% di pacchi in più rispetto al solito e prevede per il periodo del Black Friday di recapitarne fino a 180'000. Schultze, beninteso, non si augura che la giornata di sconti pazzi venga abolita, dal momento che dà da lavorare alla sua azienda. Ma, considerando anche l’alta percentuale di pacchi che in Svizzera viene poi restituita, si chiede se, per esempio, introdurre il reso a pagamento, non sia una mossa socialmente e climaticamente sensata.

Con questa riflessione, vi lascio alle altre notizie odierne!

scioglimento dei ghiacciai alpini
Keystone/ Valentin Flauraud

I cambiamenti climatici e le pensioni sono in testa alle preoccupazioni degli svizzeri e delle svizzere. Seguono le questioni energetiche e le relazioni con l’UE, mentre Covid e disoccupazione sono passati in secondo piano.

Stando al Barometro delle preoccupazioni 2022 realizzato per conto del Credit Suisse, anche l’invasione russa dell’Ucraina ha lasciato il segno in Svizzera: il grande ottimismo per il futuro, che prima era forte, è diminuito ora in modo significativo.

La questione ambientale è indicata dal 39% degli intervistati come preoccupazione principale. La pandemia di Covid-19 – primo cruccio per il 51% della popolazione elvetica nel 2020 e per il 40% nel 2021 – è timore costante solo per il 13% degli intervistati. Il tema dell’AVS e della previdenza per la vecchiaia è invece salito al secondo posto con il 37%.

Cittadine e cittadini sono oggi molto meno ottimisti sul futuro economico rispetto a qualche anno fa. Secondo il sondaggio, ciò non è dovuto principalmente alla paura di perdere il lavoro. Al contrario: per la prima volta dal 1988, la disoccupazione è uscita dalla classifica delle 10 maggiori preoccupazioni.

La sede del Governo e del Parlamento svizzeri
© Keystone / Peter Klaunzer

La Svizzera adotta ulteriori provvedimenti nei confronti della Russia riprendendo le ultime sanzioni emanate dall’Unione europea (UE). Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale.

Le misure comprendono una base giuridica per introdurre limiti massimi di prezzo ai prodotti petroliferi russi e limitazioni riguardanti altri prodotti siderurgici, beni per l’aviazione e l’industria spaziale e beni economicamente importanti per la Russia. I provvedimenti includono anche il divieto di fornire altri servizi (consulenza informatica, ingegneria, architettura, consulenza giuridica) a Governo e imprese russe, nonché di far parte dei consigli di amministrazione di alcune società statali.

Oltre a ciò, il Consiglio federale ha emanato un embargo sulle armi nei confronti della Russia, esteso anche all’Ucraina per motivazioni inerenti alla neutralità bellica svizzera. Ma Svizzera non è neutrale su ogni punto di vista del conflitto, ha sostenuto da parte sua l’ambasciatore elvetico a Kiev, Claude Wild.

“Non siamo neutrali: applichiamo il diritto della neutralità, è differente”, ha spiegato il diplomatico in un’intervista alla radio RTS. “Questo vuol dire due cose: non partecipiamo a un’alleanza militare e non esportiamo armi nella zona di conflitto, nemmeno per sostenere la vittima. Questa è la neutralità. Ma a livello di valori e interessi non siamo neutrali. Siamo per il rispetto del diritto internazionale e questo è stato violato. Quindi sosteniamo chiaramente l’Ucraina”.

giovani informatici al lavoro
Keystone / Laurent Gillieron

Anche per l’anno prossimo, l’economia elvetica avrà bisogno di reclutare manodopera dall’estero proveniente anche al di fuori dei territori dell’Unione Europea (EU) o AELS.

I contingenti fissati oggi dal Consiglio federale non si discostano da quelli per l’anno in corso: 8’500 lavoratori qualificati di Stati terzi di cui 4’500 a beneficio di un permesso di dimora (B) e 4’000 di soggiorno di breve durata (L). Annualmente, i lavoratori di Stati terzi costituiscono appena il 9% dell’immigrazione totale nella popolazione residente straniera.

Rimangono invariati anche i contingenti massimi per i fornitori di servizi provenienti dagli Stati UE/AELS con un periodo d’impiego superiore a 90 o 120 giorni per anno. Nel 2023 saranno disponibili 3’000 permessi di soggiorno di breve durata (L) e 500 permessi di dimora (B). Come finora, questi saranno concessi ai Cantoni con cadenza trimestrale.

Per quanto attiene ai lavoratori e lavoratrici provenienti dal Regno Unito, dopo la Brexit per loro vale un contingente separato come soluzione transitoria. Il prossimo anno potranno quindi essere reclutate fino a 3’500 persone: 2’100 con permesso di dimora (B) e 1’400 con permesso di soggiorno di breve durata (L).

borena
Obs/stiftung Menschen Fuer Menschen Schweiz

La Catena della Solidarietà ha organizzato per oggi una giornata di raccolta fondi nazionale a favore delle vittime della carestia nell’Africa orientale.

Le donazioni saranno destinate alla lotta contro la gravissima carestia che sta colpendo soprattutto Etiopia, Kenya e Somalia. Paesi che stanno vivendo la peggior siccità della storia e una crisi alimentare senza precedenti, a causa della quale 36 milioni di persone hanno bisogno di aiuti immediati.

Quattro anni e mezzo fa, la Catena della Solidarietà, la fondazione umanitaria legata alla Società svizzera di radiotelevisione SSR, aveva già lanciato un appello in favore del continente africano, quando la carestia aveva afflitto la Nigeria, il Sud Sudan e la Somalia. Allora, nel giro di un anno, si erano raccolti ben 19 milioni di franchi.

Entro il primo pomeriggio sono stati raccolti 1,7 milioni di franchi, ma la possibilità di donare è aperta fino alle 23 di questa sera sul sito dell’organizzazione oppure telefonando al numero gratuito 0800 87 07 07.

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