La televisione svizzera per l’Italia
persona fotografata di spalle in pidi accanto a un letto guarda fuori dalla finestra

Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori,

la Svizzera è più marina di quanto non ci si potrebbe immaginare (o almeno lo era). Un gruppo di ricercatori dell’università di Bonn ha infatti scoperto che più di 200 milioni di anni fa vivevano in quelle che oggi sono le Alpi grigionesi, dei giganteschi dinosauri marini. Gli studiosi sono giunti a questa conclusione dopo aver trovato nella zona della Val Surses quello che si è rivelato essere il dente di un ittiosauro. E non un dente qualsiasi: si tratterebbe del più grosso mai scoperto (il diametro alla radice misura sei centimetri).

Se, però, i dinosauri non vi interessano, troverete qui di seguito altre notizie che hanno caratterizzato la giornata odierna. Buona lettura.

dettaglio porta entrata banca nazionale svizzera
© Keystone / Anthony Anex

Il 2022 non è iniziato nel migliore dei modi per la BNS, che ha comunicato oggi di aver perso nel primo trimestre di quest’anno 32,8 miliardi di franchi.  

Il risultato, fa sapere l’istituto, dipende prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali ed è quindi soggetto a forti oscillazioni, in particolare in questo periodo contraddistinto da molte incertezze. Per questo motivo, quindi, la banca non si sbilancia sulle prospettive per il 2022.  

Il passivo per quanto riguarda le posizioni in valuta estera è ammontato a 36,8 miliardi, mentre sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza di 4,2 miliardi. A fine marzo un chilogrammo di questo metallo era di 57’550 franchi, contro i 53’548 di fine 2021.  

I proventi per interessi e i dividendi sono ammontati rispettivamente a 1,6 e a 0,8 miliardi. È stata inoltre registrata una minusvalenza sia su titoli e strumenti di debito, pari a 25,1 miliardi, sia su titoli e strumenti di capitale (10,7 miliardi). Le perdite di cambio invece si sono attestate complessivamente a 3,4 miliardi di franchi

due giovani di spalle davanti a loro un manifesto con scritta in tedesco mi sento vuoto
Keystone / Anthony Anex

Sempre più persone mostrano un grande disagio psicologico dall’inizio della pandemia di Covid-19 e a soffrirne sono in particolare i giovani. Tra il 2017 e il 2020/2021 la quota di persone colpite è più che raddoppiata, secondo un nuovo rapporto dell’Osservatorio svizzero della salute (OBSAN) pubblicato oggi.  

La curva ha puntato verso l’alto soprattutto a partire da settembre 2020 e le più colpite sono state ragazze e giovani donne che soffrivano di depressione. Anche i ricoveri in ospedale in seguito a tentativi di suicidio sono aumentati significativamente dal 2017, e anche in questo caso il fenomeno riguardava maggiormente le ragazze e giovani donne. Nessuna tendenza simile è stata osservata nelle persone di 19 anni o più. 

Le principali diagnosi per il ricovero in ospedale, considerata tutta la popolazione, erano i disturbi affettivi (32,8%), l’abuso di sostanze (20%, soprattutto di alcol) e la schizofrenia o i disturbi deliranti (16,6%). I problemi erano specifici del genere: il 37,7% delle donne soffriva di depressione. Tra gli uomini, l’abuso di sostanze – soprattutto alcol – e i disturbi affettivi erano i più comuni (27,7%). 

Nel 2020 sono state ricoverate in una clinica psichiatrica complessivamente 57’000 persone, Ciò si traduce in un tasso di ospedalizzazione di 6,6 persone per 1000 abitanti. Ce n’erano 7,5 tra gli adulti e 2,8 tra i bambini e gli adolescenti sotto i 19 anni. Il tasso tra i più giovani è aumentato del 6% rispetto all’anno precedente

donna parla gesticolando dietro di lei uno schermo con immagini sfocate
Keystone

La presidente del consiglio nazionale Irène Kälin si è recata, insieme a una delegazione svizzera, in Ucraina su invito del presidente del Parlamento ucraino Ruslan Stefantschuk. Nella capitale Kiev ha potuto anche incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.   

Il viaggio, è stato dichiarato nel corso della conferenza stampa tenutasi al ritorno della delegazione, è stato “importante e giusto in termini di politica statale“. La popolazione ucraina “deve sapere che la stiamo sostenendo. Volevamo dimostrare che noi ci siamo“. 

“Questa guerra ci riguarda tutti: colpisce i nostri valori comuni ed è un attacco ai diritti umani e una grave violazione del diritto internazionale“, ha detto Kälin, prima di aggiungere che rifarebbe il viaggio “in qualsiasi momento”, anche alla luce delle critiche ricevute. 

Critiche arrivate in particolare dall’Unione democratica di centro: “Kälin è in tour elettorale in Ucraina, ignorando gli avvertimenti della Fedpol, e poi critica spudoratamente sul Blick il fatto che non sia protetta dalla polizia svizzera”, ha scritto ieri sera il partito su Twitter. L’argoviese si è limitata a dire che non poteva dire nulla di più di quello che era già stato detto ai media. 

due giovani donne si fanno un selfie nel corso di una manifestazione per la pace
Sladusha/swissinfo.ch

L’ex collega di SWI Swissinfo Gaby Ochsenbein, oggi in pensione, ha accolto a casa sua a Berna due rifugiate ucraine, mamma e figlia, e ha deciso di raccontare la sua esperienza. 

Viktoriia e Polina sono arrivate alla fine di marzo dalla città di Mykolaïv, dopo quattro giorni di viaggio via Varsavia e Vienna. Viktoriia, 34 anni, è impiegata come coach informatica presso una ditta canadese e quindi può continuare a farlo anche da Berna, visto che il suo lavoro si svolge davanti a un computer.  

La figlia Polina, 10 anni, segue lezioni online, che però si fanno sempre più rare. Partecipa, inoltre, anche delle lezioni di tedesco intensivo in presenza, insieme ad altri bambini, suoi compatrioti, che sono arrivati nel quartiere.  

Si tratta di uno shock di culture a più livelli, da quello linguistico a quello culinario. Il quotidiano di tutte e tre le protagoniste della storia è stravolto, ma “poco importa: Viktoriia e Polina sono state catapultate fuori dal loro quotidiano da un giorno all’altro e vivono costantemente nella preoccupazione per le persone a loro care che soffrono in un costante terrore provocato dalle bombe. Un’insalatiera fuori posto non è la fine del mondo”. 

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