Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
due emuli della "banda del buco" si sono intrufolati nottetempo nella grotta di Lourdes a Mels, nel Canton San Gallo, allo scopo di scassinare la cassetta delle offerte dei fedeli.
I due ladruncoli, un cittadino svizzero e un italiano, sono però stati colti in flagrante e si sono dati alla fuga, prima di essere fermati dagli agenti della polizia cantonale.
Insomma, può succedere anche questo nella "ricca" Confederazione. Per le altre notizie, un po' più corpose, vi invitiamo a leggere le brevi riportate qui sotto.
L’ex consigliere agli Stati Filippo Lombardi è stato eletto alla testa dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (Ose) nel corso del congresso annuale tenutosi a Lugano.
In un’intervista a swissinfo.ch il politico ticinese, che subentra al basilese Remo Gysin, ha sottolineato l’importanza dei rappresentanti della Quinta Svizzera, troppo spesso visti nella madrepatria come un peso, in particolare nell’ambito delle assicurazioni sociali. Molti di loro, ha in proposito voluto precisare il municipale di Lugano, pagano le tasse o comunque le hanno corrisposte prima di emigrare, alleviando così gli oneri per Confederazione e cantoni.
Ma anche se la Legge sugli svizzeri all’estero, che ha preso forma in seguito a un suo atto parlamentare, è entrata in vigore nel novembre 2015, restano da risolvere i problemi cui sono ancora confrontati i rappresentanti della Quinta svizzera, in particolare l’accesso al voto elettronico. L’Osa, ha indicato Filippo Lombardi, intende poi battersi per ampliare i servizi a disposizione degli espatriati, attraverso anche attività di consulenza personale.
Sullo sfondo restano poi i complicati rapporti con l’UE, con la quale va riannodato il dialogo. Senza però dimenticare, precisa sempre Lombardi, gli accordi di libero scambio da perfezionare con altri paesi amici extra-UE.
- L’intervista del collega Rigendinger Balz al nuovo presidente dell’Ose Filippo Lombardi.
- La posizione degli svizzeri all’estero sull’e-voting in un approfondimentoCollegamento esterno di swissinfo.ch.
- Sul sito della Confederazione i dettagli della Legge sugli svizzeri all’esteroCollegamento esterno.
Le nuove regole sull’asilo funzionano sostanzialmente bene, secondo quanto indica una perizia esterna sulla riforma varata due anni fa, che ha accelerato le procedure di esame delle richieste di protezione dei profughi in Svizzera.
In particolare, sottolinea il rapporto, sono sensibilmente diminuite le decisioni rinviate dal Tribunale amministrativo federale alla Segreteria di Stato della migrazione – dal 19% all’11% – e i candidati sanno molto più rapidamente, rispetto al passato, se possono beneficiare di una tutela o se, al contrario, sono costretti a lasciare la Confederazione.
Naturalmente vi sono anche alcuni aspetti problematici: la fase preparatoria dell’iter dura infatti il doppio (49 giorni) di quanto previsto in origine e molte pratiche complesse vengono evase in modo troppo sbrigativo, senza i necessari approfondimenti.
In base alla revisione della legge, accettata alle urne dal 66,8% degli svizzeri nel giugno 2016 ed entrata in vigore nel marzo 2019, la maggior parte delle pratiche viene presa a carico dai principali centri federali entro il temine di 140 giorni: solo i casi più complessi sono trattati dai cantoni. Da parte loro i richiedenti asilo hanno ora diritto, fin dal primo giorno, di una consulenza gratuita sulla loro situazione giuridica.
- Il servizio multimediale di tvsvizzera.it sul bilancio della riforma dell’asilo.
- Il sistema dell’asilo nella Confederazione spiegato da swissinfo.ch.
- Il comunicatoCollegamento esterno della Segreteria di Stato della migrazione sulla perizia esterna.
Il segretario di Stato della migrazione Mario Gattiker ha polemizzato con politici e organizzazioni umanitarie che in questi giorni hanno proposto di accogliere 10’000 profughi afghani nella Confederazione dopo la conquista di Kabul da parte dei talebani.
Per l’alto dirigente federale, intervistato dalla Neue Zuercher Zeitung, bisogna evitare di lanciare “segnali sbagliati” poiché, essendo tuttora chiuse le frontiere, nessun cittadino può lasciare il paese asiatico e al momento non si registrano significatici flussi migratori. Inoltre, non esiste una richiesta in tal senso da parte dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
I centri federali di asilo sono attualmente pieni all’80% a causa della pandemia (solo 300 posti risultano ancora disponibili) e mercoledì scorso il governo federale aveva precisato che non intende agevolare la concessione di visti umanitari in favore di cittadini afghani.
Proprio lunedì un aereo di Swiss è decollato da Zurigo alla volta della capitale uzbeka Tashkent per mettere in salvo persone fuggite da Kabul. Il volo era previsto sabato scorso ma l’acuta crisi nella regione aveva provocato il suo differimento.
- Il dilemma dei profughi afghani in Svizzera in un servizio di tvsvizzera.it.
- La notizia del volo speciale per gli sfollati di Kabul su tio.chCollegamento esterno.
- La notaCollegamento esterno del Dipartimento federali degli esteri sull’evacuazione del personale elvetico e sulle misure adottate sulla crisi afghana.
Le adolescenti sono più sensibili dei loro coetanei all’odio che pervade i social media su internet: lo rivela lo studio Jamesfocus realizzato dall’Alta scuola di scienze applicate del Canton Zurigo.
Dall’indagine online effettuata su 953 giovani tra i 12 e i 19 anni risulta che il 75% delle ragazze restano scioccate o rattristate dai messaggi d’odio veicolati dalla rete mentre la percentuale dei maschi che manifestano analoghi sentimenti è del 40%.
Dall’inchiesta emerge anche che la metà degli adolescenti è confrontata regolarmente con contenuti di questo tipo (il 16% quotidianamente e il 12% più volte in un giorno) e questo fenomeno si accentua in funzione dell’età (dal 32% dei 12-13enni al 53% dei 18-19enni).
A livello regionale si assiste a una maggior esposizione dei ragazzi agli haters in Svizzera francese (52%) e tedesca (47%) rispetto al Ticino (39%).
- La notizia dello studio riportata da tio.chCollegamento esterno.
- Un approfondimento di swissinfo.ch sulla crescente diffusione dell’odio in rete.
- Sull’uso (e l’abuso) di internet da parte di bambini e adolescenti in Svizzera i principi guidaCollegamento esterno della politica federale.
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