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Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori,

per noi che viviamo in mezzo alle Alpi l'acqua è un bene di prima necessità sempre a nostra disposizione. Per oltre 3 miliardi di persone nel mondo invece è un lusso di difficile accesso. Nella Giornata mondiale dell'acqua l'Onu invita tutti noi a riflettere sul significato e sul vero valore di questa risorsa vitale per imparare a proteggerla meglio.

Vi lascio all'attualità di oggi (molto incentrata sul digitale) augurandovi buona lettura. A domani.


Il certificato vaccinale
Keystone / Martial Trezzini

Ecco come rilanciare la nostra estate: un certificato sanitario digitale che attesti l’assenza di Covid.

Le associazioni economiche svizzere e diversi parlamentari federali in una lettera aperta al Consiglio federale chiedono di preparare entro giugno un certificato “Covid-free” per le persone che sono state testate, vaccinate o guarite dal virus.

La soluzione ipotizzata potrebbe essere di grande vantaggio per rilanciare i grandi eventi estivi come concerti, open air e partite di calcio, ma anche per facilitare i viaggi. Grazie al passaporto sanitario infatti, le grandi manifestazioni potranno tenersi in sicurezza, liberi dal coronavirus.

Ci vuole però un sistema unico per tutta la Svizzera con il quale registrare i risultati dei test, le vaccinazioni effettuate e le persone che hanno contratto il virus e che sono guarite. I dati raccolti in questo modo permetteranno di emettere un certificato ‘Covid-free’.

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© Keystone / Gaetan Bally

L’anno della pandemia coincide con l’aumento delle truffe digitali. Stabili gli omicidi mentre calano i furti.

L’Ufficio federale di statistica oggi ha dato i numeri della criminalità in Svizzera. Lo scorso anno sono state uccise 47 persone (46 nel 2019). La maggior parte degli omicidi, 28, sono stati commessi tra le mura domestiche. Tra le vittime, 11 sono donne uccise dal partner o dall’ex-partner, mentre 9 sono bambini uccisi da uno dei genitori.

Quello che preoccupa è l’aumento dei reati di violenza grave. Rispetto al 2019, lo scorso anno le denunce (1’688) in questo ambito sono aumentate quasi del 9%. L’incremento riguarda in particolar modo i tentati omicidi (+45 reati), le violenze sessuali (+34) e le lesioni gravi (+32).

Per quanto riguarda i furti con scasso, nel 2020 ce ne sono stati mediamente 90 al giorno. In tutta la Svizzera ne sono stati denunciati 32’819. Si tratta del 9,9% in meno rispetto al 2019. Se in generale i furti diminuiscono, il numero di biciclette elettriche rubate (6’082) è fortemente progredito rispetto all’anno precedente (+37,5%).

La novità statistica riguarda i reati di criminalità digitale. Nel 2020 le varie polizie hanno registrato 24’398 reati digitali. La stragrande maggioranza (84%) riguarda la “cibercriminalità economica”.

Fotomontaggio con pc e viso di un uomo ricostruito tridimensionalmente
@armasuisse

‘Cyber Defence Campus’: è la nuova unità che deve combattere le minacce che corrono sul web.

Negli ultimi anni le minacce informatiche sono aumentate notevolmente (anche i crimini come abbiamo scritto nell’articolo precedente). Così la Confederazione ha creato il Cyber Defence Campus (CYD). Si tratta dell’anello di congiunzione tra Difesa, industria e scienza per potenziare la ricerca, lo sviluppo e l’educazione nell’ambito della difesa digitale.

Come informa il Dipartimento della difesa, la nuova struttura è composta da sette ricercatori specializzati nel campo della cibersicurezza che continueranno anche a svolgere i loro compiti come responsabili di progetto presso armasuisse Scienza e Tecnologia.

I compiti del CYD Campus includono tre ambiti primari: il monitoraggio completo di tecnologie e mercato, una ricerca di talenti a livello internazionale e una rete di collaborazioni; lo sviluppo e il test di tecnologie informatiche; la formazione del personale informatico. Nel Campus vengono formati nuovi talenti a livello di Master, PhD e Postdoc per rispondere alle sfide future.

Le bandiere di Cina e Svizzera
© Keystone / Anthony Anex

La Svizzera, chiusa nella morsa diplomatica tra Stati Uniti e Cina, non vuole essere messa in mezzo.

Il Consiglio federale ha le idee in chiaro. Nella strategia riguardante la Cina la Confederazione esprime critiche più forti in merito alle violazioni dei diritti umani nel paese asiatico. Ciò che rappresenta un cambiamento di corso. La questione dei diritti umani, ha ricordato Ignazio Cassis, non è più un compito esclusivo del Dipartimento federale degli affari esteri, ma dell’intero governo.

Gli Stati Uniti, da parte loro hanno adottato sanzioni nei confronti di diversi dirigenti cinesi. La Confederazione adotta automaticamente sanzioni delle Nazioni Unite e non ha invece mai adottato sanzioni americane. Neppure questa volta.

Eppure Washington ha già fatto pressione negli ultimi anni perché Berna aderisse alle sue sanzioni. Ma la Svizzera è sempre riuscita ad evitare di schierarsi da una parte o dall’altra: coltiva buone relazioni sia con gli Stati Uniti che con la Cina. Cassis si dice fiducioso che la Confederazione non finirà tra i due fronti.

  • Rivalità USA-Cina, cosa può fare la Svizzera? Articolo su swissinfo.ch.
  • Intervista all’ambasciatore cinese a Berna su tvsvizzera.it.
  • La reazione negative dell’ambasciatore cinese a Berna sulla questione dei diritti umani sul Tages AnzeigerCollegamento esterno (in tedesco e in abbonamento)
  • La strategia elvetica con la Cina nei prossimi anni su tvsvizzera.it.


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