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Israele alle urne per la terza volta in meno di un anno

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I due rivali si accusano a vicenda di essere dei bugiardi inadatti a governare. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved.

Il premier israeliano uscente Benjamin Netanyahu, il cui processo per corruzione inizierà questo mese, spera di restare al potere in occasione delle elezioni politiche che si tengono lunedì. È il terzo scrutinio in meno di anno e sembra essere destinato a prolungare l'impasse politica. 

Le legislative di aprile e settembre non hanno portato a una maggioranza parlamentare, ma hanno smorzato l’aura di intoccabilità di Netanyahu così come le accuse di corruzione nei suoi confronti.

Secondo i sondaggi, né il Likud del premier uscente né il partito Kaḥol Lavan (“Blu e bianco”) del suo rivale centrista Benny Gantz otterranno abbastanza seggi per governare con la maggioranza assoluta. Se questo si tradurrà in realtà lo si potrà scoprire solo a urne chiuse.

Il prossimo 17 marzo si aprirà il processo per corruzione nei confronti del premier. Un “colpo di Stato” secondo Netanyahu che si terrà proprio quando sono attese le discussioni sulla formazione di una coalizione governativa.

Gantz non ha lesinato i colpi su questo aspetto, soprannominando il rivale “Il Pregiudicato” e accusandolo di voler restare al potere solo per far adottare una legge che impedirebbe alla giustizia di perseguirlo. 

Dal canto suo Netanyahu gli risponde dandogli del “codardo”, incapace di affrontare i pericoli che Israele deve affrontare e lasciando intendere che Gantz avrebbe dei segreti che l’Iran potrebbe usare per ricattarlo. 

I due rivali si accusano a vicenda di essere dei bugiardi inadatti a governare.

Il commento del corrispondente della Radiotelevisione svizzera da Gerusalemme nel servizio del telegiornale:

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Preoccupazioni economiche

La minaccia di una nuova impasse accresce l’incertezza di Israele specialmente da un punto di vista economico, con il budget del 2020 ancora in sospeso. Fino ad oggi l’economia ha retto di fronte allo scompiglio politico, ma più lo stallo continuerà più i fondi per la sanità, l’educazione e l’infrastruttura mancheranno in assenza di un voto parlamentare sulle finanze. 

Il tasso di partecipazione il mezzogiorno di lunedì era del 28%, una mobilitazione mai vista da vent’anni per delle legislative nel paese. In settembre era stata del 26,8%.

È un dato osservato con molta attenzione anche perché, sullo sfondo, c’è l’ombra del coronavirus con accuse reciproche e false notizie di contaminazione nei bastioni di certe forze politiche.

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