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La rinascita di Palermo passa dal turismo culturale

Teatro Mssimo di Palermo
Nella foto d'archivio il Teatro Massimo di Palermo. Ap / Alessandro Fucarini

Domenica in Italia si vota in mille comuni per il rinnovo dei municipi. Tra le partite più combattute quella a Palermo. 

A Palermo in campagna elettorale si sono rieaccese le polemiche sulle collusioni tra mafia e politica. La città sta però cercando di liberarsi da questi ostacoli al suo sviluppo, puntando sul ricco patrimonio artistico. Così la città cerca una rinascita, partendo dalla cultura per attirare nuovi turisti. Negli ultimi anni sono nati nuovi progetti per far conoscere la città. Vediamo come nel reportage:

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L’ombra della mafia sulle elezioni

L’inquinamento mafioso del voto a Palermo è un rischio presente e perfino paventato. Dopo i nuovi arresti per voto di scambio politico-mafioso che hanno riguardato un candidato di Foraza Italia e uno di Fratelli d’Italia  il tema ha trovato un’eco nell’ultimo confronto tra i sei candidati sindaci organizzato venerdì sera dal Giornale di Sicilia e da Tgs nell’ambito della rassegna “Una marina di libri” .

“Quello che sta accadendo conferma – dice Franco Miceli candidato del centrosinistra – il nostro grido d’allarme sulla possibilità che la mafia si impossessi della politica e quindi della città. E non si può dire che si chiudano le porte per non fare entrare nessuno quando i diavoli li hai dentro”. La critica è rivolta allo schieramento di centrodestra che esprime l’ex rettore Roberto Lagalla, appoggiato da Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro entrambi condannati per reati di mafia.

Lagalla ammette che gli arresti pongono una questione morale, prende le distanze da “alcuni straccioni che vanno a chiedere i voti alla mafia” ma denuncia anche il rischio che tutto venga “agitato come una clava in campagna elettorale”.

Ma chi deve rispondere dell’inquinamento mafioso della politica? Non certo i candidati, sostiene Francesca Donato ex eurodeputato della Lega, ma chi compila le liste. C’è comunque l’esigenza, posta da Rita Barbera, che vengano stretti i controlli sul voto a Palermo e per questo si appella al ministro dell’Interno perché si va verso “elezioni avvelenate”. Fabrizio Ferrandelli rivendica di avere posto in testa al suo programma l’impegno a liberare la città da mafia, corruzione e malaffare. E si dichiara orgoglioso di non avere nelle sue liste “un solo impresentabile”.

Gli arresti dimostrano, a parere di Ciro Lomonte, che in questa campagna elettorale “c’è una grande questione morale e un’influenza della mafia ormai intollerabile”.

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