In un secolo in Svizzera i sismi potrebbero provocare tra 150 e 1'600 vittime e lasciare fino a 175'000 persone senza casa. Lo rivela uno studio del Servizio sismico svizzero.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
La Svizzera non è una regione soggetta a forti terremoti, ma ci sono aree maggiormente a rischio. Stando a quanto indica il Servizio sismologico svizzero (SED), si tratta di Basilea, Ginevra, Zurigo, Lucerna e Berna. Basandosi su un modello che ha permesso di valutare per la prima volta in modo approfondito i rischi sismici nella Confederazione, il SED ha potuto stabilire che nel corso di 100 anni i terremoti che avvengono in territorio elvetico possono causare un numero di vittime compreso tra 150 e 1’600 e lasciare 40’000-175’000 persone senza un tetto.
I danni economici che questi eventi potrebbero provocare sono compresi tra gli 11 e i 44 miliardi di franchi, solo per quanto riguarda gli edifici e la mobilia. A questi vanno ad aggiungersi i danni alle infrastrutture e le perdite dovute ad altre conseguenze dei terremoti, come frane, incendi o interruzioni di attività.
Il rischio maggiore in Svizzera riguarda la città di Basilea, seguita da Ginevra, Zurigo, Lucerna e Berna. In tutte queste località vive un alto numero di persone e vi sono numerosi edifici ritenuti vulnerabili. Il terreno su cui sono costruite, inoltre, è morbido e ciò amplifica considerevolmente le onde sismiche.
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Dalla valutazione emerge che in caso di sisma, la maggior parte dei danni agli edifici avverrebbe nei cantoni di Berna, Vallese, Zurigo, Vaud e Basilea Città: in essi si concentrerebbe complessivamente circa la metà delle perdite finanziarie stimate.
Per determinare le possibili conseguenze dei terremoti sulle persone e sugli edifici, il SED del Politecnico federale di Zurigo ha simulato tre milioni di singole scosse che potrebbero verificarsi in Svizzera e nei Paesi limitrofi.
Gli oltre due milioni di edifici residenziali, commerciali e industriali della Confederazione sono stati suddivisi in categorie di vulnerabilità in base a determinati criteri, al fine di creare una mappatura dei potenziali danni derivanti dai sismi. Inoltre, nei modelli è stato incluso il tipo di struttura del terreno sul quale sono costruiti.
Migliore gestione dei sismi in futuro
Grazie a questi schemi, il SED è in grado di stimare le conseguenze di un terremoto di qualsiasi entità. Nel caso in cui si dovesse ripetere un evento analogo al sisma del 1356 di Basilea, con una magnitudo di 6,6 sulla scala Richter, in tutta la Svizzera si dovrebbero prevedere circa 3’000 morti e danni agli edifici per circa 45 miliardi di franchi.
Per ogni capoluogo cantonale e per diverse altre località, il SED ha elaborato uno scenario per un terremoto di magnitudo 6. Un evento di questo genere si verifica in media ogni 50-150 anni in Svizzera o nei Paesi limitrofi. Questi scenari, dice il SED, forniscono alla popolazione, alle autorità e all’economia una base per prepararsi a questo genere di calamità.
Basilea, 18 ottobre 1356, verso le 19, una forte scossa sismica interruppe ogni attività cittadina. Il peggio, però, doveva ancora venire: verso le 22 si scatenò una seconda scossa, ancora più intensa. Nel raggio di 10 chilometri furono distrutti tra i 30 e i 40 castelli e decine di torri, campanili ed edifici civili furono danneggiati in un raggio di 200 chilometri. Con la sua magnitudo di 6,6 fu il peggior terremoto della storia dell’Europa Centrale. Quello che ha colpito Turchia e Siria un mese fa ha raggiunto una potenza di 7,8 sulla scala Richter, mentre il più potente mai registrato è quello che ha colpito la località di Valdivia nel sud del Cile il 22 maggio 1960 (magnitudo 9,5).
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