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Presidenza UE, difficili sfide per la Bulgaria

Dal primo gennaio la Bulgaria assumerà la presidenza dell’Unione Europea, sostituendo l'Estonia. L’incarico durerà sei mesi durante i quali i temi centrali saranno Brexit e dossier immigrazione. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 dicembre 2017 minuti
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Finito il mandato dell’Estonia inizia quello della Bulgaria alla presidenza dell’Unione Europea. Non si preannuncia un semestre semplice. Sofia dovrà affrontare il difficile compito di appianare i molti dissidi in atto tra i 28 Stati membri e lavorare al compromesso su questioni calde come le migrazioni e la Brexit.

Il Palazzo della Cultura di Sofia, dove si terranno le riunioni del Consiglio europeo per i prossimi sei mesi. Keystone

Ma per la Bulgaria si tratta anche di tentare di migliorare la propria immagine di paese più povero e corrotto dell'Unione. 

Dopo undici anni dall’adesione all'Unione - avvenuta il 1 gennaio 2007-  il paese vuole dimostrare che i tempi sono maturi per il suo ingresso nell'area Schengen e l'avvicinamento all'eurozona. 

Abitata da poco più di 7 milioni di persone, ha affrontato una fase di turbolenza dopo la caduta del comunismo. Una relativa stabilità è stata raggiunta con i governi conservatori di Boyko Borisov, che ad aprile è ritornato al potere per il terzo mandato, grazie all'alleanza con gli ultranazionalisti Patrioti uniti.  Dal suo ingresso al governo, il partito della destra ha limitato la propria retorica antimmigrazione e adottato posizioni più vicine all'UE e alla NATO. 

La tendenza euroscettica che comunque resta potrebbe non rendere le cose facili.  

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