Mangiare fuori dagli schemi: viaggio nei 10 ristoranti più insoliti della Svizzera

Cenare in un cimitero, dentro un igloo, al buio completo o in un ambiente medievale: alcune realtà elvetiche hanno trasformato luoghi impensabili in esperienze che vanno ben oltre il semplice pasto. Tra queste, spicca La Vie di Berna, il primo ristorante situato in un cimitero.
Da nord a sud, la Confederazione ospita locali che sfidano le convenzioni degli spazi tradizionali. Dietro l’immagine di un Paese ordinato e prevedibile, si cela una sorprendente capacità di reinventare luoghi dimenticati o insoliti. In una nazione dove l’innovazione convive con la tradizione, alcuni imprenditori hanno saputo trasformare spazi ordinari – da miniere abbandonate a stazioni sciistiche, da hangar a castelli – in destinazioni dove l’ambiente racconta storie.
Non si tratta solo di trovate commerciali, ma di progetti nati da esigenze sociali, culturali e territoriali che hanno dato nuova vita a luoghi altrimenti destinati all’abbandono. Il risultato è una mappa di location sorprendenti che stupiscono anche i viaggiatori più esperti. Ecco dieci esempi che dimostrano come anche la Svizzera sappia reinventare i propri spazi in modo inaspettato.
#1. La Vie, il primo ristorante in un cimitero

Nel cuore di Berna, nello storico cimitero di Bremgarten, sta per nascere un progetto gastronomico che ha ispirato questo viaggio tra i ristoranti più particolari della Svizzera: La Vie sarà il primo ristorante del Paese situato in un cimitero.
La Vie – “La Vita” in francese – rappresenta un paradosso affascinante: celebrare la vita nel luogo simbolicamente dedicato alla morte. L’idea si basa su una filosofia espressa attraverso due principi: “I momenti condivisi uniscono” e “I ricordi hanno bisogno di un posto per fiorire”.
Il progetto nasce dalla necessità di riutilizzare le ex sale delle urne del crematorio del 1908. Con il cambiamento delle abitudini sociali, sempre meno persone conservano le urne in questi spazi solenni, preferendo portarle a casa o disperdere le ceneri. La Cooperativa bernese per le cremazioni ha immaginato una trasformazione che rispetti la sacralità del luogo, creando un nuovo spazio comunitario.
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L’architettura di La Vie mantiene la solennità dell’edificio del 1908, reinterpretandola attraverso un design Belle Époque. Le sale conservano i soffitti alti, le finestre luminose e le antiche nicchie per le urne, ora trasformate in elementi decorativi suggestivi. Una sala sarà destinata ai tradizionali pasti funebri bernesi chiamati Grebt, un’usanza locale in cui i partecipanti al funerale si riuniscono per condividere un pasto comunitario in memoria della persona defunta.

Mirjam Veglio, direttrice del progetto, descrive La Vie con una frase che ne cattura l’essenza: “Le persone arrivano con una lacrima negli occhi e se ne vanno con un sorriso sul volto”. Questa trasformazione emotiva rappresenta il cuore della filosofia del ristorante: offrire uno spazio dove elaborare il lutto attraverso la condivisione.
#2. Blindekuh, pionieri del buio dal 1999

Molto prima che il “dining in the dark” diventasse una moda internazionale, Zurigo aveva già aperto nel 1999 il primo ristorante al buio al mondo. BlindekuhCollegamento esterno – letteralmente “mucca cieca” in tedesco, il nome del gioco che in italiano conosciamo come “mosca cieca” – non nasce come esperimento gastronomico ma come progetto sociale per creare lavoro a persone cieche e ipovedenti.
Il successo è stato tale che nel 2005 ha aperto anche la sede di Basilea. L’esperienza è semplice quanto rivoluzionaria: si cena nell’oscurità totale, serviti da camerieri e cameriere non vedenti. I telefoni vanno riposti negli armadietti, poi si attraversa una tenda nera e ci si affida completamente agli altri sensi.

Mangiare al Blindekuh significa riscoprire il cibo attraverso gusto, olfatto, tatto e udito. I piatti assumono una dimensione completamente nuova. Come spiega il team culinario: “La nostra cucina è progettata per essere vissuta con sensi diversi dalla vista, per un’esperienza intensiva, sfidante, affascinante e immersiva”.
#3. Runway 34, volare con i piedi per terra

A Glattbrugg, vicino all’aeroporto di Zurigo, Runway 34Collegamento esterno trasforma ogni cena in un viaggio nell’era d’oro dell’aviazione. Al centro di un hangar autentico troneggia un Ilyushin-14 originale, attorno al quale sono disposti i tavoli. Le ampie vetrate offrono vista diretta sulla pista, dove si possono osservare decolli e atterraggi durante il pasto.
Il personale, ribattezzato “Flight Attendants” (assistenti di volo), interpreta il ruolo con professionalità, mentre la cucina spazia dalle specialità asiatiche a quelle mediterranee e svizzere. Nel 2024 il ristorante ha celebrato 20 anni di attività, evolvendosi da semplice locale a vera “Aviatic World” con simulatori di volo.

Runway 34 va infatti oltre il ristorante tematico, combina cena e simulatori di volo, offre pacchetti speciali e può ospitare eventi fino a 1’500 persone. Il successo risiede nella capacità di riportare la magia dell’aviazione, offrendo un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e rimane impressa nella memoria.
#4. Café des Mines, sapori dal sottosuolo

Nella Val-de-Travers nel Canton Neuchâtel, il Café des MinesCollegamento esterno offre un’esperienza unica: cenare nelle ex miniere di asfalto storiche. Per circa due secoli qui sono state estratte due milioni di tonnellate di roccia asfaltica, e oggi questo patrimonio industriale ospita un ristorante che racconta la storia attraverso i sapori.
La specialità è il “jambon cuit dans l’asphalte”, prosciutto cotto utilizzando il calore naturale dell’asfalto. I minatori scoprirono come questo calore costante trasformasse la carne in una prelibatezza dalla straordinaria morbidezza. Il risultato è un prosciutto dalla consistenza vellutata, servito con gratin dauphinois e fagiolini.

Il ristorante fa parte del complesso delle ex Mines d’asphalte, permettendo di abbinare la cena alla visita delle antiche gallerie minerarie. Un’integrazione tra patrimonio industriale e tradizione gastronomica che rende ogni piatto parte della storia del luogo.
#5. Fondue in igloo, tradizione svizzera nel ghiaccio

A Leysin, nelle Alpi Vodesi, il Village des NeigesCollegamento esterno porta la fondue svizzera in un ambiente artico autentico. Gli ospiti gustano la tradizionale fondue al formaggio moitié-moitié (metà Gruyère, metà Vacherin friburghese) seduti all’interno di veri igloo costruiti con neve naturale, creando un contrasto sensoriale indimenticabile.
L’esperienza inizia con una discesa sulle piste ghiacciate del Tobogganing Park, seguita dall’intimità dell’igloo. Le pareti curve di neve compattata creano un ambiente naturalmente isolato, mentre l’illuminazione interna con luci blu e viola trasforma lo spazio in una grotta incantata.

Il pavimento è ricoperto da pelli di renna che fungono da isolamento, mentre la temperatura è regolata dalle proprietà isolanti della neve. La fondue fumante crea un contrasto straordinario con l’ambiente ghiacciato. Il calore del fornelletto regola la temperatura, permettendo di vivere l’esperienza artica senza rinunciare al comfort.
#6. Bar Giger, nel ventre della bestia

A Gruyères, nel Canton Friburgo, si nasconde uno dei luoghi più stravaganti della Svizzera: il Museum HR Giger BarCollegamento esterno, creato dall’artista che ha rivoluzionato l’immaginario fantascientifico con “Alien” di Ridley Scott, vincendo l’Oscar nel 1980 per i migliori effetti speciali.
Entrare nel Bar Giger significa immergersi nell’universo biomeccanico del maestro. Ogni elemento è modellato da Hans Ruedi Giger: pareti, soffitto e mobili seguono il suo stile che fonde organico e meccanico. Il soffitto è attraversato da archi vertebrali che evocano le creature xenomorfe, mentre le sedie hanno schienali coronati da ossa pelviche.
L’interno ricrea l’atmosfera claustrofobica delle opere di Giger, trasformando lo spazio nel “ventre della bestia”. Il pavimento è decorato con geroglifici alieni, mentre le superfici lucidate sembrano pelle umana.

Completato nel 2003, il bar offre un’esperienza che va oltre la consumazione: il contrasto tra la Gruyères medievale e l’universo alieno di Giger crea un’atmosfera unica dove le visioni dell’artista prendono vita fisica. Un bar simile, più piccolo, lo trovate anche a Coira nei Grigioni, città natale di Giger.
#7. L’Arboulastre, banchetti da signori medievali

A Grandson, nel Canton Vaud, a pochi passi dal castello medievale, l’ArboulastreCollegamento esterno trasforma ogni cena in un viaggio nel XIII secolo. Pierre Châtelain, chef appassionato del Medioevo, ha ricostruito la cucina delle famiglie signorili utilizzando ricette storiche autentiche, servite in un ambiente che riproduce fedelmente le taverne dell’epoca.
Il menù segue la struttura tradizionale a tre servizi: Primier Servir, Seconde Assise e Boute-Hors. Ogni piatto porta il nome medievale originale, dall’Herboulaste (omelette con formaggio stagionato ed erbe) alla Charbonnée de Cerf (medaglioni di cervo con spezie antiche), dalla Tredure (uova di quaglia con zafferano) alla Sambocade (torta ai fiori di regina dei prati).

L’ambiente ricrea una taverna medievale con tende rosse. I commensali si ritrovano catapultati nel XIII secolo, tra tavoli in legno illuminati da candele e cameriere in costumi d’epoca. Le stoviglie sono prodotte da un artigiano ceramista locale secondo tecniche tradizionali. Anche le bevande seguono la filosofia storica: Hypocras speziato, Pimen Real catalano del XIII secolo e Poiré realizzati secondo autentiche ricette medievali.
#8. Cantina Caverna, il ristorante nel cuore della montagna

A Lungern, nel Canton Obvaldo, sul Passo del Brünig, si nasconde la Cantina CavernaCollegamento esterno: un ristorante scavato nella roccia fino a ottanta metri di profondità. L’accesso attraverso corridoi illuminati conduce in un ambiente accogliente dove la pietra millenaria si combina con arredi moderni.
Il ristorante sotterraneo offre sei sale diverse: dalla Felsenbar per aperitivi al Cavino elegante, dal Carnotzet con camino alla Cava per banchetti, fino alla Cantina principale e al Campo per conferenze. Ogni spazio mantiene il fascino roccioso.
La cucina propone gastronomia stagionale che valorizza i prodotti del territorio, combinando tradizione svizzera e influenze europee. Mangiare circondati dalla roccia crea una connessione particolare con la natura.

Dotato di moderne infrastrutture multimediali, è anche centro eventi per matrimoni e celebrazioni, offrendo una cornice irripetibile dove l’ospitalità svizzera incontra la maestosità della montagna.
#9. Schilthorn Piz Gloria, il ristorante di James Bond che ruota sulle Alpi

Continuiamo questa carrellata con un ristorante iconico. A 2’970 metri di altitudine, sulla vetta dello Schilthorn, nelle Prealpi bernesi, si trova il Piz GloriaCollegamento esterno. È il ristorante che ha reso immortale James Bond. Deve la sua fama al ruolo nel film “Al servizio segreto di Sua Maestà” del 1969, dove fungeva da quartier generale del cattivo Blofeld.
Il nome Piz Gloria deriva dal film, e la produzione cinematografica contribuì alla costruzione. Il ristorante ruota in 45 minuti, primo ristorante rotante delle Alpi, offrendo vista a 360 gradi su Eiger, Mönch e Jungfrau.

Una mostra permanente di James Bond accoglie i visitatori con memorabilia del film. L’atmosfera cinematografica pervade ogni angolo, mentre la cucina propone specialità svizzere durante la rotazione.
L’accesso tramite funivia da Mürren aggiunge avventura bondiana. Il Piz Gloria rappresenta un connubio tra cinema e gastronomia, dove ogni pasto diventa un’esperienza cinematografica a tremila metri.
#10. Rustico del Sole, l’esperienza gastronomica esclusiva

Chiudiamo con un ristorante decisamente insolito. Di sicuro super esclusivo. A mille metri di altitudine sopra il Lago Maggiore, il Rustico del SoleCollegamento esterno rappresenta un’esperienza unica riservata esclusivamente agli ospiti dell’Hotel Castello del Sole di Ascona. Questo ristorante d’alta quota non è accessibile al pubblico.
L’accesso richiede il soggiorno presso il Castello del Sole e la prenotazione anticipata. Il servizio è disponibile solo giovedì-sabato per gruppi di almeno quattro persone, massimo 8. Gli ospiti sono trasportati al rustico in elicottero…

La posizione privilegiata offre vista spettacolare dal delta della Maggia al Lago Maggiore fino alle Isole di Brissago. Questa location “al di sopra della quotidianità” permette agli ospiti dell’hotel di vivere momenti esclusivi.
Il team culinario prepara piatti tradizionali con prodotti regionali, valorizzando le eccellenze ticinesi.
Oltre il pasto, esperienze che restano
Questi ristoranti sono solo alcuni esempi, ma dimostrano come anche la Svizzera sappia reinventare la ristorazione, trasformando esigenze sociali, patrimoni storici e creatività in esperienze memorabili.
Dal buio totale di Blindkuh al ghiaccio degli igloo di Leysin, dalle ex miniere del Val-de-Travers al futuro cimitero di Berna, ogni locale racconta una storia diversa ma con un denominatore comune: la capacità di sorprendere e coinvolgere. In un Paese dove precisione e qualità sono valori fondamentali, anche l’originalità ha saputo ritagliarsi il suo spazio a tavola.

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