Il 15 agosto del 1967 moriva a Bruxelles il pittore surrealista René Magritte. Per questa ricorrenza un po' ovunque nel paese sono previste mostre ed eventi. Personaggio schivo, si definiva un pittore mediocre. Forse nello stile. Non certo nei contenuti.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Dopo un approccio al futurismo e al cubismo, René Magritte si è imposto sulla scena della pittura mondiale come surrealista. La sue tele non cercano di interpretare il reale: “Per me – raccontava Magritte, si tratta di dare qualche cosa a cui pensare”.
Personaggio schivo e “normale” ha vissuto la maggior parte della sua vita in Belgio. Sposato a Georgette conosciuta quando il pittore aveva 15 anni e sua compagna di tutta la vita, Magritte è stato uno dei protagonisti delle avanguardie artistiche del novecento. Ma è nel dopo guerra che il suo linguaggio pittorico si impone e così Magritte diventa una delle figure centrali dell’arte figurativa.
Il Belgio, sua terra natia, ora gli dedica eventi e mostre. Ma per esporre tutte le sue opere ci vorrebbe più di un museo: perché la fantasia vulcanica di Magritte ha prodotto oltre mille quadri. Gli sarebbe bastato anche meno per essere ricordato come un pilastro dell’arte del Novecento. O per colui che ha cambiato il modo di concepire la pittura.
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