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Condanna dell'Europarlamento all'Ungheria di Orban

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Questo contenuto è stato pubblicato il 12 settembre 2018
tvsvizzera/ats/spal con RSI (Tg del 12.9.2018)

In Ungheria occorre ripristinare lo stato di diritto. A dirlo è stato oggi il parlamento europeo che con 448 voti contro 197 (48 astenuti) ha adottato il rapporto della deputata dei Verdi Judith Sargentini che condanna il premier magiaro Viktor Orban e soprattutto autorizza l'applicazione dell'articolo 7Link esterno, paragrafo 1, del Trattato di Lisbona.

La disposizione viene attivata, come ha sottolineato lo stesso presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker, nel caso in cui siano minacciati i valori fondanti dell'Ue, tra cui il rispetto della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani.

Contro il capo del governo ungherese, che ieri era intervenuto a Strasburgo a difesa della sua posizione, ha votato anche la maggioranza dei popolari europei (Ppe), gruppo cui appartiene la formazione ungherese Fidesz. All'interno del Ppe i rappresentanti di Forza Italia si sono invece espressi contro la relazione di condanna, analogamente agli ex alleati della Lega.

Ora la palla passa al Consiglio europeo, formato dai capi di Stato e di governo dei Ventotto, che farà proseguire la complessa procedura che potrebbe portare a sanzioni contro l'Ungheria, tra le quali figura la sospensione del diritto di voto.

La decisione di oggi insomma sembra avere una forte valenza politica piuttosto che una reale efficacia immediata. E costituisce un monito verso quei paesi che intendono restringere l'autonomia dei giudici e dei media, i diritti democratici e non collaborano a livello continentale su temi sensibili, come quello dell'immigrazione.  

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