Si aggrava il bilancio delle vittime del naufragio in Calabria
Sono ormai oltre 60 le persone morte nell’affondamento di una barca carica di migranti avvenuto domenica nei pressi della spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria.
Il mare continua a restituire i corpi delle persone che si trovavano a bordo di un barcone fracassatosi domenica all’alba quando si trovava a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro.
Finora le vittime accertate sono 64, tra cui almeno 14 bambini e bambine. Ottantuno persone sono invece sopravvissute, stando a quanto comunicato all’agenzia Reuters da Manuela Currà, viceprefetta aggiunta di Crotone. Una ventina di loro sono ricoverate in ospedale.
La barca era salpata da Izmir, in Turchia, quattro giorni fa. In base ai resoconti di chi è sopravvissuto, si stima che a bordo si trovassero tra le 180 e le 200 persone, provenienti soprattutto dall’Afghanistan, dall’Iran, dall’Iraq e dalla Siria.
L'ipotesi ritenuta più probabile è che il barcone di legno si sia infranto contro uno scoglio sommerso ad un centinaio di metri dalla riva, rimanendo in balia delle onde che l'hanno distrutto. Poche persone, a bordo, sapevano nuotare e con la corrente e la forza del mare non ce l'hanno fatta. Si sono salvati soprattutto uomini.
La Procura della Repubblica italiana ha avviato un'inchiesta per ricostruire la dinamica della tragedia, ipotizzando i reati di omicidio e disastro colposi e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Carabinieri e Guardia di finanza, intanto, hanno sottoposto a fermo un cittadino egiziano sospettato di essere uno scafista. Sono inoltre in possesso dei documenti di un'altra persona che potrebbe avere fatto parte dell'equipaggio. Al momento è irrintracciabile. Non si sa se perché fuggito o se perché vittima o disperso anch'egli.
La corrispondenza dell'inviato della RSI:
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