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Pieni poteri o quasi per Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron disporrà verosimilmente di una confortevole maggioranza in parlamento. Il suo movimento En Marche e gli alleati del MoDem potrebbero conquistare oltre 400 dei 577 seggi dell’Assemblea nazionale.

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Se il risultato di questo fine settimana si confermerà domenica prossima in occasione del secondo turno, Emmanuel Macron potrà condurre le sue riforme senza troppi problemi e soprattutto senza dovere tessere alleanze con altri partiti.

Il movimento La République en Marche e gli alleati centristi del MoDem sono infatti arrivati ampiamente in testa, conquistando il 32,3% dei suffragi. Secondo le proiezioni, dovrebbero ottenere domenica prossima tra 400 e 455 seggi all’Assemblea nazionale, ben al di sopra della maggioranza assoluta (289 eletti).

I Repubblicani e i loro alleati (al 21,5%) dovrebbero essere la principale forza d’opposizione con un centinaio di seggi.

Il Partito socialista (9,5%), che controllava la metà dell’Assemblea uscente, conferma il crollo delle presidenziali: otterrebbe tra 15 e 40 seggi. Il Fronte Nazionale (13,2%), dal canto suo, non riesce neanche questa volta a sfondare: da 1 a 10 seggi per il partito di Marine Le Pen, contro i 2 della precedente legislatura. La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e il Partito comunista (al 13,7%) conquisterebbero un massimo di 23 seggi.

“Il messaggio dei francesi è senza ambiguità […] siete stati milioni a confermare il vostro attaccamento al progetto di rinnovamento, di unione e di riconquista del presidente della Repubblica”, ha affermato il primo ministro Edouard Philippe.

Astensionismo

Le elezioni sono state contraddistinte da un elevato astensionismo: meno di un francese su due si è infatti recato alle urne. La partecipazione ha così raggiunto solo il 48,7%.

Si tratta del più basso tasso in occasione delle elezioni legislative dall’inizio della Quinta Repubblica. Il precedente record negativo era del 2012, quando a votare furono il 57,2% dei francesi. 

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