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Macron sceglie un primo ministro di destra

Prima visita ufficiale del presidente francese Emmanuel Macron, come vuole la tradizione, in Germania. Macron è stato accolto a Berlino dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Nel frattempo il presidente francese ha nominato Edouard Philippe, sindaco di Le Havre, esponente moderato della destra dei Republicains, suo primo ministro.

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“Abbiamo concordato che lavoreremo insieme in modo molto stretto”. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel nella conferenza stampa dopo il suo incontro a Berlino con il neopresidente francese Emmanuel Macron. “Sono consapevole che in un momento molto critico dell’Ue, vanno prese decisioni giuste”, ha aggiunto. “Vogliamo sviluppare una road map: c’è una convinzione comune che non possiamo soltanto occuparci della Brexit, ma che dobbiamo pensare anche all’approfondimento dell’Europa”, ha aggiunto Angela Merkel. 

Da parte sua, Macron ha chiarito che “da un lato si devono fare le riforme di cui la Francia ha bisogno, ma bisogna anche sburocratizzare l’Europa”. “È fondamentale rafforzare l’asse franco-tedesco, sarebbe utile anche per l’eurozona”, ha proseguito Macron, mentre Angela Merkel ha sollecitato “un nuovo dinamismo nelle relazioni tra Germania e Francia”. “Serve più pragmatismo. Sarò un partner più aperto e più stretto e diretto”, ha concluso Macron.

Ecco il primo ministro di “destra”

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Edouard Philippe, sindaco di Le Havre, esponente moderato della destra dei Republicains, è stato dunque nominato primo ministro dal capo dello stato Emmanuel Macron. Philippe è arrivato a palazzo Matignon, dove lo aspettava il premier uscente, il socialista Bernard Cazeneuve per il passaggio dei poteri. 

“Sono un uomo di destra e tuttavia tutto il mio impegno è ispirato dall’interesse generale”, ha replicato Philippe, nel breve discorso di ringraziamento. L’Eliseo ha intanto annunciato che la lista dei ministri del governo di Edouard Philippe sarà annunciata domani, martedì. nel tardo pomeriggio. La mattina dopo il nuovo governo al completo sarà riunito attorno al presidente Emmanuel Macron, per il primo consiglio dei ministri.

Chi è Edouard Philippe?

Quarantasei anni, nato a Rouen in Normandia, è figlio di due professori di francese. Già da piccolo amava seguire le trasmissioni politiche e immaginarsi l’intervistato che rispondeva alle domande dei giornalisti. Si diploma a Bonn, perché suo padre era stato trasferito in Germania come direttore del liceo francese. Poi si iscrive a all’Istituto di studi politici di Parigi Sciences Po. In questo periodo cominciano i primi passi in politica: milita per due anni nel Partito socialista con Michel Rocard, primo ministro di François Mitterrand. Nel 1995 si iscrive alla Scuola nazionale di amministrazione Ena, poi entra al Consiglio di Stato.

Poi riesce a conoscere il sindaco di Le Havre, Antoine Rufenacht, vicino ad Alain Juppé: da quel momento comincia la sua scalata politica. Juppé e Philippe sono legati da una vera complicità. Nel 2002 Juppé gli propone di aiutarlo a creare ‘il primo grande partito della destra’. Nel 2007 entra a far parte del gabinetto di Juppé, come ministro dell’Ecologia sotto la presidenza Nicolas Sarkozy.

Nel 2010 arriva il suo grande momento: Philippe viene eletto sindaco di Le Havre, al posto di Rufenacht. Nel 2014 promette che in caso di riunificazione della Normandia, nel quadro della riduzione del numero delle regioni in Francia voluta da François Hollande, percorrerà a nuoto il bacino del commercio di Le Havre. Mantiene la promessa. Per lui sono importanti la parola data, la trasparenza, il rigore.

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Le reazioni

Reazione immediata e molto dura di Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale della France Insoumise, alla nomina di Edouard Philippe. “Il vecchio mondo sta ritornando”, ha dichiarato Melenchon, “non date i pieni poteri a Macron, che vuole una presidenza accentrata, monarchica”. 

Preoccupato Bernard Accoyer, segretario dei Republicains: “è una decisione individuale – ha commentato – non c’è alcun accordo politico, siamo sotto legislative, un momento in cui ci dev’essere chiarezza e non ambiguità”.

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