Sganciata in Afghanistan la madre di tutte le bombe
Gli Stati Uniti hanno sganciato una bomba sull'Afghanistan orientale, nella zona di Nangarhar, con l'obiettivo di colpire l'autoproclamato Stato islamico (Isis). Si tratterebbe della cosiddetta bomba MOAB: la sigla significa Massive ordnance air blast, ma è stata ribattezzata mother of all bombs ("madre di tutte le bombe").
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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La MOAB pesa quasi dieci tonnellate e ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. È la prima volta che viene utilizzata in combattimento.
Il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer ha affermato che la bomba sganciata mirava a “tunnel e grotte usate dai miliziani dell’Isis”. Ha quindi sottolineato che nell’azione “sono state prese tutte le precauzioni per evitare vittime civili e danni collaterali”.
Azione condannata dall’ex presidente Karzai
Hamid Karzai ha condannato senza mezzi termini il lancio da parte degli Usa di una potente bomba sulla provincia orientale di Nangarhar. A suo parere “non si tratta di guerra al terrore ma di un pericoloso ed inumano uso del nostro Paese come terreno per testare nuove e pericolose armi”. In una serie di tweet l’ex capo dello Stato ha ribadito la “veemente condanna, con le parole più forti, del lancio di quest’ultima bomba, la più potente non nucleare,” sostenendo poi che “è compito nostro, degli afghani, di fermare gli Usa”.
Morti 36 miliziani dell’Isis
Il ministero della Difesa afghano ha reso che la ‘madre di tutte le bombe’ “ha causato la morte di 36 miliziani dell’Isis”. In un breve comunicato si aggiunge che la bomba, del peso è stata lanciata in una rete di tunnel” nel distretto di Achin della provincia di Nangarhar, ed “ha completamente distrutto” l’obiettivo, “senza causare vittime civili”.
Il governo afghano era al corrente
Il governo afghano ha assicurato oggi di “essere stato al corrente” della decisione presa dagli Usa di lanciare su obiettivi Isis nella provincia orientale di Nangarhar la ‘madre di tutte le bombe’. In un comunicato diffuso dal Palazzo presidenziale si sostiene che “gli adepti del terrore hanno sofferto gravi perdite nell’attacco aereo”, auspicando comunque sempre “un ravvicinato coordinamento fra le forze afghane e quelle straniere dispiegate in Afghanistan”.
Le forze di sicurezza afghane, si dice ancora nel documento, “continueranno la loro lotta per eliminare il terrorismo e mantenere la pace e la stabilità nel Paese, nella regione ed in tutto il mondo, perché esse sono in prima linea nella lotta ai gruppi terroristici”.
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