I delegati si sono riuniti sabati a Zugo
Keystone / Urs Flueeler
Unire il Paese invece che dividerlo: l'Alleanza di Centro elvetica sottolinea il suo ruolo di mediazione fra le diverse anime del Paese e si schiera per soluzioni considerate al passo con i tempi, come il matrimonio per tutti, ma non prende posizione sull'iniziativa che vuole migliorare la situazione degli infermieri.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Nell’assemblea tenutasi sabato a Zugo – la prima da lungo tempo con ampia presenza – gli oltre 200 delegati erano chiamati a fornire le indicazioni di voto su cinque oggetti in votazione nelle prossime settimane.
Nel suo discorso tenuto davanti ai delegati, il presidente nazionale Gerhard Pfister ha voluto smarcarsi da altre formazioni politiche, sostenendo che l’Alleanza del Centro vuole unire il Paese, e non giocare sugli antagonismi come stanno facendo altri partiti. È chiaro che nella Confederazione ci sono delle contrapposizioni, ha detto: i socialisti e l’UDC cercano di rafforzare queste tendenze e di scaldare gli animi, ha argomentato. La Gioventù socialista cerca di dividere la società con le sue iniziative di lotta di classe, l’UDC lo fa contrapponendo la città contro la campagna.
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Le raccomandazioni di voto
Riguardo alla modifica del Codice civile volta ad aprire il matrimonio alle coppie omosessuali i presenti hanno a larga maggioranza seguito l’argomentazione della consigliera nazionale friburghese Marie-France Roth Pasquier, stando alla quale si tratta solo di adattare il diritto alla realtà. A suo avviso il matrimonio favorisce la stabilità della famiglia, con benefici anche per i figli.
Un’opposizione quasi unanime ha invece raccolto il secondo oggetto in votazione il 26 settembre, l’iniziativa 99% (Sgravare i salari, tassare equamente il capitale): va respinta – ha sostenuto Sarah Bünter, che lascerà la presidenza della sezione giovanile – perché, fra le altre cose, rende più difficile le successioni aziendali delle piccole e medie imprese, indebolendo la piazza economica elvetica.
Assai più contrastanti sono apparse le posizioni in merito all’iniziativa popolare per cure infermieristiche forti, che sarà sottoposta al popolo il 28 novembre. Dopo che i vertici del partito si erano espressi per il no alla proposta di modifica costituzionale avanzata dall’Associazione svizzera infermieri (ASI) in assemblea non sono mancati gli appelli a sostenere l’oggetto. Nella votazione il no ha comunque prevalso, ma di pochi voti, ragione per la quale i delegati hanno deciso di lasciare libertà sul tema.
A larga maggioranza è stata invece accolta la legge Covid. È passata la posizione che il pass sanitario – al centro delle discussioni – sia uno strumento per far fronte allo sviluppo della pandemia, come detto da Lukas Engelberger, consigliere di stato di Basilea Città e presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS).
Nessuna chance ha infine avuto la proposta di scegliere i giudici a sorte: il capogruppo alle Camere federali Matthias Bregy ha ammesso che il sistema attuale non è perfetto, ma a suo avviso è ancora il migliore per garantire che tutte le forze politiche siano rappresentate in un collegio giudicante.
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