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Le api svizzere stanno male

ape su celle di alveare parzialmente coperte di miele
Rischiano di scomparire tra 1-2 anni. Keystone / Sascha Steinbach

Tutte le colonie di api in Svizzera sono infettate dall'acaro Verroa e, se non si interviene, potrebbero scomparire entro 1-2 anni, secondo l'esperto Peter Neumann. 

Tutte le colonie di api della Svizzera sono affette da malattie croniche, avverte il professore dell’istituto per la salute delle api presso l’università di Berna Peter Neumann. “Se gli apicoltori non fanno nulla per porre rimedio a questa situazione, tutte le colonie moriranno tra uno o due anni”.

Le api sono infettate dall’acaro Varroa, afferma Neumann in un’intervista pubblicata venerdì dal gruppo di giornali CH Media. “Ci sono poi altri virus che non hanno nulla a che fare direttamente con l’acaro. Nel complesso, le colonie sono così indebolite che anche i virus normalmente non dannosi rappresentano un pericolo”.

Qualcosa si muove, ma non basta…

Una mozione dell’apicoltore e consigliere agli Stati di Zugo Peter Hagglin (Centro) chiede al Governo federale di garantire un’impollinazione sostenibile delle piante nonché il monitoraggio e la protezione delle api selvatiche e di quelle mellifere. “Sono molto felice che succeda qualcosa in questo ambito. Le perdite delle colonie di api mellifere sono troppo elevate e la loro salute è preoccupante”, dice Neumann. “C’è un enorme bisogno di azione, ma purtroppo l’iniziativa non coglie i problemi centrali”. Primo fra tutti proprio l’acaro Varroa: “Non è menzionato da nessuna parte nella proposta”.

Nel testo si chiedono espressamente misure per garantire le fonti alimentari delle api, ma anche ricerche sulle connessioni tra impollinazione, ambiente e salute di questi insetti. Le associazioni di apicoltori, si legge nella mozione, dovrebbero inoltre essere sostenute con contributi finanziari.

Non basta, secondo Neumann: “Sono convinto che dovrebbe concentrarsi sui fattori responsabili della perdita delle colonie di api mellifere e del declino delle api selvatiche: oltre alle specie dannose, come in particolare l’acaro Varroa, c’è anche il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale causato dai pesticidi, o ancora la distruzione degli habitat”.

L’ape è l’orso polare tra gli insetti. Vogliamo aiutare le api perché sono carine, ma per ora non abbiamo ancora avuto successo in questo senso. 

Peter Neumann

Per migliorare la situazione, spiega l’esperto, sono necessarie tre cose: maggiori e migliori informazioni per gli apicoltori e il pubblico in generale, sviluppo di metodi di protezione per tutte le api e, per le api mellifere, ricerca intensiva di una strategia sostenibile contro l’acaro Varroa. Questo rappresenta un problema da tempo: “Il fatto che siamo allo stesso punto da 30 anni è una follia!”

È necessario, sostiene, frenare l’uso di insetticidi e pesticidi: “Ci sono dati spaventosi su questo argomento. Di recente mi hanno quasi tolto il fiato […] e sono stupito che ci siano ancora insetti di qualsiasi tipo”.

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Non è una missione impossibile

Eppure non si tratta di una missione impossibile. In Africa e in Sud America, sostiene il professore, le colonie di api possono affrontare senza problemi l’acaro Varroa. “Ho osservato una colonia di api in che, nonostante la presenza di acari e piccoli scarafaggi nell’alveare, era forte e sana. Da allora, penso davvero che stiamo facendo qualcosa di fondamentalmente sbagliato, me compreso. Ora è giunto il momento di trovare una soluzione contro il Varroa senza farmaci. Sono convinto che esista.

Sul perché questo sembra essere possibile su altri continenti, ma non in Svizzera, il ricercatore risponde onestamente: “Non lo sappiamo. La risposta sta nelle api. Dobbiamo cercarla”.

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api e fiori.

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Recentemente si è anche parlato di un boom dell’apicoltura in Svizzera e che nelle città ci sono troppe api mellifere. “Non è vero”, afferma Neumann. “È un po’ come dire che in Svizzera ci sono troppe mucche, e che mangiano l’erba privandone cervi e conigli”. La densità di api mellifere in Svizzera è ancora inferiore a quella dell’Africa, dove sono presenti naturalmente in libertà”, afferma.  

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Attualmente, secondo l’esperto, la priorità è quella di far tornare questi laboriosi insetti a un migliore stato di salute: “Questo ridurrà anche la probabilità che vengano infettati da altri virus”. E ognuno può fare la sua parte, aggiunge, seminando piante da fiore e allestendo “alberghi per insetti” anche negli spazi più piccoli. Anche il Governo potrebbe fare la sua parte: “Perché non ci sono fiori sulle pensiline degli autobus e dei tram?” Molti prati pubblici sono tappeti erbosi di pochi millimetri: “Perché una metà non può essere piena di fiori?

Peter Neumann è direttore dell’Istituto per la salute delle api dell’Università di BernaCollegamento esterno. Si occupa di ricerca sulle api mellifere da oltre 30 anni ed è considerato l’unico “professore di api” in Svizzera. È nato in Germania nel 1967 e ora vive a Berna.


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