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Manifestazione per la vita blindata a Berna

Imponente mobilitazione delle forze dell'ordine a Berna per la nona edizione della "Marcia della vita" che secondo gli organizzatori ha riunito circa 1500 persone. Una contromanifestazione ha attirato 800 persone ma tra le due dimostrazioni non si sono verificati scontri. 

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La polizia, che aveva il compito di assicurare il corretto svolgimento dell’azione anti-aborto e di tenere lontani contromanifestanti è riuscita nel suo obiettivo.

Il capo del dipartimento di sicurezza della città Reto Nause ha tirato un bilancio positivo al termine dell’evento che mirava a sensibilizzare sulle conseguenze dell’aborto. 

Dalle ore 13 Piazza federale è stata resa accessibile solo a chi intendeva partecipare alla manifestazione ufficiale ed era disposto a sottoporsi a un controllo.

Il motto di quest’anno era “Il dolore dopo” e intendeva rendere attenta l’opinione pubblica sul fatto che le donne che hanno interrotto una gravidanza soffrono successivamente di un disagio psichico e fisico, affermavano gli organizzatori nell’invito, precisando che ancora oggi si tratta di un argomento tabù. A questo proposito è stata anche lanciata una raccolta firme per una petizione che sarà inoltrata al Consiglio federale. Il testo chiede che i cittadini vengano sensibilizzati riguardo alle conseguenze sulla salute causate dall’aborto.

L’appello a manifestare era stato lanciato da organizzazioni conservatrici cristiane, tra cui l’Alleanza evangelica svizzera e l’Unione Democratica Federale (UDF).

Oppositori, che accusano gli organizzatori di negare in “nome di Dio” il diritto delle donne all’autodeterminazione sul proprio corpo, hanno organizzato una contromanifestazione partita nel primo pomeriggio dalla stazione di Berna e che ha percorso il quartiere della Länggasse. Il movimento si è poi ampliato, riunendo fino a 800 manifestanti in centro. Non autorizzata dalla città, la dimostrazione è stata tollerata dalla polizia. I partecipanti, in gran parte giovani, esponevano bandiere con scritto “Berna si oppone” e “My body, my choice” (“Il mio corpo, la mia scelta”) e scandivano slogan contro il cristianesimo.

Due anni fa, nel corso dell’ultima “Marcia per la vita”, i dimostranti che avevano sfilato contro l’aborto e l’eutanasia erano stati 1700. Nel centro città, centinaia di militanti di sinistra avevano espresso il loro disappunto nei confronti dell’associazione cristiano-conservatrice.

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