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Il voto dei sedicenni si allontana (di nuovo) in Svizzera

C è chi punta alle nuove generazioni in politica.
C'è chi punta alle nuove generazioni in politica. © Keystone / Alessandro Della Valle

La commissione istituzioni politiche della Camera bassa (Consiglio Nazionale) contraria all'introduzione anticipata del diritto di voto. La questione continua a dividere il Parlamento.

Un progetto di legge che prevedeva di concedere il diritto di voto alle e ai cittadini svizzeri già a partire dal sedicesimo anno di età era già stato posto in consultazione, dopo vari tira e molla tra le due Camere, ma quindici cantoni (su 26) si erano dichiarati contrari.

A livello politico era stata registrata l’opposizione di UDC, PLR e l’Alleanza del Centro, secondo cui non andava dissociata la maggiore età civica e civile, né il diritto di voto e di eleggibilità.

La competente commissione del Nazionale aveva quindi proposto di abbandonare il progetto, ritenendolo “impraticabile”. Soluzione rigettata dal plenum che lo scorso giugno aveva per la terza volta sconfessato la sua commissione e dato mandato per l’elaborazione del progetto di legge.

Con 15 voti contro 10, la commissione ha però a sua volta ribadito la sua opposizione all’iniziativa parlamentare. Le motivazioni addotte sono sempre le stesse: concedere il diritto di voto e di elezione ai sedicenni creerebbe un contrasto ingiustificato con i diritti e gli obblighi previsti dal diritto civile e penale per gli svizzeri e le svizzere a partire dai 18 anni. E sul piano più politico, sempre secondo i commissari, separare la soglia di età per il diritto di elezione da quella per il diritto di eleggibilità costituisce un problema.

In Svizzera per il momento solo Glarona, a livello cantonale, ha concesso il diritto di voto ai sedicenni in seguito ad una decisione presa dalla Landsgemeinde del 2007. Per frenare l’esodo dei suoi giovani, l’istituzione iconica della democrazia diretta glaronese, sopravvissuta tenacemente a modernismo e globalizzazione, aveva scelto di coinvolgere maggiormente le sue nuove generazioni.

I fautori e le fautrici della riforma evocano spesso l’esempio dell’Austria che da una decina d’anni ammette il diritto di voto a partire dai 16 anni. L’esperienza è considerata positiva, visto che sedicenni e diciassettenni votano più di frequente rispetto agli elettori più anziani.

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