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Il turismo in Svizzera torna alla (quasi) normalità

cartoline turistiche del cervino
La pandemia sembra ormai essere un ricrdo lontano. © Keystone / Christian Beutler

Il settore alberghiero svizzero sta tornando ai suoi livelli prepandemici: nel 2022 sono stati registrati 38,2 milioni di pernottamenti, segnando un aumento del 29,4% su base annua. L'unica regione in controtendenza è il Ticino, che deve fare i conti con un -12,9%. 

Dopo due anni fortemente segnati dalla pandemia di Covid-19, la domanda di pernottamenti alberghieri a livello nazionale è risalita oltre a quella del 2017, si può leggere in un comunicato diffuso giovedì dall’Ufficio federale di statistica (UST). Numeri che però restano ancora leggermente inferiori a quelli del 2018 (-1,5%) e del 2019 (-3,3%). 

I pernottamenti indigeni (21,1 milioni), hanno raggiunto un nuovo record storico, che comunque rappresenta solo un incremento minimo (+0,5%) rispetto al 2021. La differenza l’ha fatta la domanda estera (17,2 milioni in totale) che, pur rimanendo più bassa del periodo antecedente la crisi sanitaria, nel giro di 12 mesi è praticamente raddoppiata (+99,8%). 

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Tutte le regioni turistiche del Paese hanno messo a segno aumenti dei pernottamenti, tranne il Ticino (-12,9%). Nel cantone ci sono stati 2,5 milioni di pernottamenti. Di questi, quasi il 70% erano confederate e confederati.

Le cifre sono state in rialzo soprattutto nelle regioni urbane: +94,5% a Ginevra e +89% a Zurigo. Il cantone italofono rimane comunque uno dei pochi che hanno registrato un numero di domande più alto rispetto al 2019 (+10,6%). 

“Sono cifre che ci rallegrano”, ha dichiarato il direttore di Svizzera Turismo Martin Nydegger. “Un ritorno alla normalità” dopo la pandemia e nonostante la guerra in Ucraina e l’inflazione globale, ha aggiunto dal canto suo il capo della divisione del territorio e dell’ambiente dell’UST Marc Gindraux. 

Turismo indigeno stabile 

Svizzere e svizzeri stanno mantenendo le abitudini adottate durante la pandemia e continuano ad apprezzare vacanze in patria. Nel 2022 sono stati all’origine di 21 milioni di pernottamenti, ossia il 17,5% in più rispetto al 2019. Una cifra che però è “quasi stabile” rispetto al 2021, ha aggiunto Gindraux, secondo il quale “è stato raggiunto un certo limite” e che i numeri del turismo local non dovrebbero più aumentare in maniera significativa.  

Grigioni da record 

Con i 5,57 milioni di pernottamenti accumulati nel 2022, Grigioni Vacanze ha ottenuto il miglior risultato dal 2010, come pure un aumento dell’8% rispetto al 2021. Questo anche grazie al ritorno degli ospiti stranieri, sottolinea l’organizzazione in una nota: il maggior numero di arrivi è stato quello di turiste e turisti della zona euro, dagli Stati Uniti, dalla Regno Unito (con un impressionante +431%) e dagli Stati del Golfo. Per il 2023 è atteso anche un ritorno delle turiste e dei turisti asiatici, che a livello nazionale sono calati del 90% rispetto al 2019. Questo perché Pechino, nell’ambito della sua politica zero Covid, ha impedito a cittadine e cittadini di lasciare il Paese sin dai primi mesi della pandemia.  

Con 3,74 milioni di pernottamenti, le e gli ospiti indigeni hanno garantito oltre la metà delle frequenze nel cantone: si tratta del secondo miglior risultato di sempre. 

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