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Il gruppo CH Media taglia 150 posti di lavoro

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Continuano i tagli nel mondo dei media. © Keystone / Christian Beutler

Il gruppo CH Media ha annunciato mercoledì il taglio di 150 posti di lavoro nella Svizzera tedesca a causa del continuo calo di fatturato. 

Continua il momento difficile per la stampa svizzera: il gruppo CH Media ha annunciato mercoledì la soppressione di 150 posti di lavoro, di cui 90 tramite licenziamenti. La causa, fanno sapere, è da ricercare nel continuo calo del fatturato. Nel primo semestre di quest’anno, infatti, la società ha fatto segnare una perdita di 6,9 milioni di franchi. Il trend è inoltre negativo, a causa della riduzione degli introiti pubblicitari e a breve termine non c’è da attendersi un’inversione di tendenza, fa sapere il gruppo in una notaCollegamento esterno.

“Per poter continuare a operare su una base economica solida e per poter effettuare gli investimenti necessari per il futuro – precisa ancora il comunicato – l’impresa è costretta a ridurre in modo duraturo la struttura dei costi”. 

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I tagli del gruppo, che impiega circa 2’000 persone e del quale fa parte anche il portale watson.ch, oltre a numerose emittenti radio-TV e quotidiani e settimanali regionali, verranno fatto tutti in Svizzera tedesca. “La riduzione dovrebbe avvenire in modo socialmente accettabile e, laddove possibile, attraverso una fluttuazione naturale”, viene precisato. I licenziamenti previsti sono 90.

Il CEO di CH Media Michael Wanner, citato nella nota, ha definito la ristrutturazione “inevitabile per garantire la sostenibilità dell’azienda”. Nel rammaricarsi della decisione presa, Wanner sostiene come “le misure adottate finora non abbiano avuto un impatto sufficiente”. Con questi provvedimenti il gruppo conta di poter tornare a conseguire risultati positivi nel 2025.

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Tagli anche a Tamedia

Negli scorsi giorni anche il gruppo Tamedia ha annunciato che procederà prossimamente al taglio complessivo di 56 impieghi in Romandia e di 30 nella Svizzera tedesca che interesseranno i e le dipendenti dei quotidiani gratuiti “20 Minuten” e “20 Minutes”, ma anche quelli di altre testate a pagamento. Ricordiamo che, tra gli altri, fa parte del gruppo anche lo storico quotidiano svizzero-tedesco Tages-Anzeiger o quello romando Tribune de Genève.

In seguito all’annuncio, centinaia di dipendenti hanno protestato contro le misure. Molte persone hanno parlato di misure di austerità sempre nuove, alcune delle quali non sono nemmeno note all’opinione pubblica. Spesso, per esempio, gli impieghi lasciati vacanti non vengono più occupati. “Il giornalismo di qualità in Svizzera sta morendo a vista d’occhio”, hanno detto.

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