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Brexit, Theresa May torna a casa a mani vuote

Non si sono fatti passi avanti sulla Brexit e il Consiglio europeo tenutosi oggi ha sancito l’assenza di presupposti per passare alla seconda fase, quella che dovrà regolare i futuri rapporti del Regno Unito con l’Ue una volta divenuta effettivo il divorzio.

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La premier britannica Theresa May, in palese difficoltà nel suo paese dove è sotto attacco, aveva caldeggiato un’intesa ma i Ventisette, in particolare Emmanuel Macron e Angela Merkel, hanno mantenuto la loro posizione intransigente, chiedendo a Londra significativi progressi nella trattativa, in particolare in merito ai soldi dovuti a Bruxelles a titolo di compensazione finanziaria.

Del resto sui tre nodi principali, diritti dei cittadini, frontiera irlandese e compensazioni finanziarie, la stessa leader britannica ha riconosciuto il perdurare delle divergenze.

L’attenzione di sposta ora al prossimo Consiglio europea, in agenda a dicembre, quando potrebbe arrivare una schiarita che consentirebbe di iniziare a discutere del dopo-Brexit.

Di sicuro la premier britannica e i dirigenti europei Donald Tusk e Claude Junker intendono scongiurare l’ipotesi di un’uscita selvaggia del Regno Unito dall’Ue senza accordo, come prospettato dai media inglesi, anche perché una rottura nuocerebbe pesantemente a entrambe le parti.

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