Sono iniziati oggi nella sede della Commissione Ue a Bruxelles i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’UE, prevista a fine marzo del 2019 dopo più di 40 anni di appartenenza alla costruzione europea.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 19.6.2017)
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Le posizioni restano distanti, soprattutto perché i rappresentanti dei 27 intendono presentare un conto che va dai 60 ai 100 miliardi su cui Londra non concorda.
Ma a pesare sulle trattative c’è anche il clamoroso autogol elettorale dell’8 giugno che ha indebolito la premier Theresa May e reso per certi versi indecifrabile la proposta britannica.
Il ministro della Regina David Davis ha aperto la partita con il negoziatore francese Michel Barnier senza che il governo abbia ottenuto ancora la fiducia a Westminster, appesa alla controversa alleanza con gli unionisti nordirlandesi. Ma lo scontro si sta profilando anche all’interno dello stesso partito conservatore, spaccato tra i fedeli dell’hard Brexit senza compromessi e i fautori di un’uscita morbida dall’Ue.
“È l’inizio di negoziati che ridisegneranno il futuro dell’Ue e del Regno Unito”, ha detto David Davis. “La strada è ancora lunga ma la nostra meta è chiara: un partenariato profondo e speciale tra il Regno Unito e l’Ue, un accordo come nessun altro è stato concordato nella storia”.
Le trattative “mirano a un’uscita ordinata del Regno Unito” ha da parte sua osservato Michel Barnier. “Dobbiamo affrontare le incertezze causate dalla Brexit, per i cittadini, per i beneficiari delle politiche” europee, e per la questione delle frontiere, in particolare quelle irlandesi”.
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